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Monopoli in perdita

19 Luglio 2012

Monopoli in perdita

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La trasformazione in atto dell'informatica costringe i vecchi monopolisti a cambiare radicalmente o tagliare i profitti.

I tempi del sistema operativo egemone e dell’omologazione generale di hardware e software non torneranno. O se lo faranno, non sarà nel futuro prevedibile.

Si è visto che il lock-in verticale, sostituto di quello orizzontale, complica intrinsecamente la nascita di nuovi monopoli.

Il fatto che gli oggetti più comuni di elettronica di consumo diventino computer mina ulteriormente la possibilità di un comeback, un ritorno con rivincita del vecchio modello, perché la competitività richiede l’essere capaci di integrare armoniosamente hardware e software insieme, con il risultato che anche le aziende di software passano a costruire il proprio hardware.

In modo più pedestre, spiega Horace Dediu di Asymco, la produzione hardware diretta è per una Microsoft un passaggio obbligato, pena la riduzione dei profitti:

Per mantenere l’attuale profitability, Microsoft deve trovare un sistema di incassare ottanta dollari per apparecchio. Nessun produttore attuale pagherà infatti cinquantacinque dollari per licenza di Windows, né alcun consumatore spenderà sessantotto dollari per avere Office sul tablet. La competizione sui prezzi contro i tablet Android che hanno costi di licenza software zero e gli iPad dal software estremamente economico significa che un tablet da trecento dollari con sessantotto dollari da spendere in software non è competitivo, né profittevole.

Ma basta forse aspettare l’uscita di Surface per poter tornare alla pace dei sensi e ritornare a dare per scontato il vecchio monopolio che tanto semplificava le decisioni di acquisto? No. Spiega sempre Dediu:

Se Microsoft può vendere un apparecchio caricato con il proprio software a un prezzo medio di quattrocento dollari, ottiene il venti percento di margine e torna ai suoi ottanta dollari di profitto su ogni unità venduta. Questa è a mio parere gran parte delle motivazioni pratiche dietro il prodotto Surface. La sfida per Microsoft ora è costruirne centinaia di milioni.

Il vecchio monopolio dava certezze. Che la sfida venga affrontata con successo in tempi brevi, da parte di un’azienda immensa ma priva di esperienza sostanziale in questo campo, è una notevole incognita. E i concorrenti non partono da una posizione subalterna con quote di mercato a cifra singola, né devono competere all’interno di un canale di vendita controllato dal monopolista.

Insomma, non accadrà. E domani esamineremo l’ultimo motivo fondamentale per cui la cosa da fare è semplicemente riconoscere di essere entrati in una nuova epoca. Il bravissimo Gabriele Gigliotti ha già anticipato la tematica.

L'autore

  • Lucio Bragagnolo
    Lucio Bragagnolo è giornalista, divulgatore, produttore di contenuti, consulente in comunicazione e media. Si occupa di mondo Apple, informatica e nuove tecnologie con entusiasmo crescente. Nel tempo libero gioca di ruolo, legge, balbetta Lisp e pratica sport di squadra. È sposato felicemente con Stefania e padre apprendista di Lidia e Nive.

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