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Migliorare la propria visibilità con Technorati

21 Febbraio 2007

Migliorare la propria visibilità con Technorati

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Se è vero che hai bisogno del web per farti conoscere, è anche vero che il web ha bisogno di te. Imparare a usare i tag è il primo passo per farsi trovare, ma è anche un significativo contributo alla crescita del web

Ogni giorno nel mondo nascono più di 150.000 blog. Che siano blog tematici, di approfondimento su determinati argomenti o semplicemente – come suggerisce l’origine stessa del termine weblog – dei diari personali online dove appuntare le proprie considerazioni, si può fare una prima, generale distinzione.

Ci sono blog aperti da specialisti del web che adottano piattaforme di sviluppo dedicate su un loro dominio personale (come WordPress o Movable Type) e altri – la quasi totalità – aperti da persone che si avvicinano per la prima volta alla produzione di contenuti sul web e che si appoggiano a fornitori di servizi gratuiti o meno come Splinder (uno dei più noti in Italia), Blogger o altri.

Un blog può essere inteso dal suo produttore in molti modi: come area di sfogo personale; come modo di dialogare con gli amici e i conoscenti tramite il feedback dei commenti; come una tribuna per diffondere le proprie opinioni, più o meno influenti; come modo per trovare nuove amicizie (in questo caso vale la pena citare il boom di MySpace, che pur non essendo una piattaforma di blogging dedicata, prevede comunque che gli utenti possano aprire un blog ed entrare in contatto con tutto il resto della rete sociale).

Negli ultimi due casi, è molto probabile che l’autore del blog voglia diffondere il più possibile nel mondo la sua creatura. Ed è qui che entra in gioco Technorati. La sua diffusione è molto ampia nella cosiddetta blogosfera: in Italia si contano più di 10.000 blogger che utilizzano i servizi offerti da questo operatore. Ma è molto probabile che, pur con le difficoltà di conteggio dovute a numeri non dichiarati da parte di molti fornitori di servizi e alle percentuali di blog abbandonati (tutti dati mai totalmente verificabili), i blogger italiani nel 2007 si avvicinino più al milione di utenti. Dal che, è evidente che la percentuale di utilizzo di Technorati è (ancora) molto bassa nel nostro paese.

Anche se Technorati può sembrare un servizio ostico o inutile, presenta i suoi vantaggi, anche immediati, per tutti. A prima vista, per chi non è iscritto, presenta un sintetico motore di ricerca per blog (un servizio che da tempo offre anche Google con la sua Ricerca Blog), una lista dei termini più ricercati, dei tag più usati, della musica, dei video e dei filmati più linkati (ovvero più popolari). In basso a sinistra, l’invito a inserire il proprio blog in Technorati (Claim my blog).

Segnalando il proprio blog (o comunque cliccando sul link Join nel menu di servizio in alto a destra sulla pagina) si diventa parte della comunità di utenti Technorati: la home page a questo punto cambia disposizione, pur presentando in generale gli stessi elementi di prima. Tanto per cominciare, in qualità di iscritti, possiamo rimpolpare le informazioni sul nostro blog. Non è facile trovare il link giusto (bisogna ammettere che Technorati non è la più usabile tra le applicazioni web 2.0): occorre cliccare su Edit vicino al nostro nome utente in alto a destra.

È possibile cambiare password, inserire una breve biografia personale e/o professionale, un avatar (icona di riconoscimento), inserire altri blog oltre a quello predefinito (o inserire il primo blog se non lo si è fatto al momento dell’iscrizione), controllare la propria Watchlist. Che cosa si intende esattamente per watchlist è presto detto: si tratta di una lista di parole chiave (o più precisamente di tag) che Technorati monitorerà per noi all’interno della blogosfera. Ad esempio, se siamo interessati alle notizie su un personaggio o su una specifica nazione, possiamo inserirne il nome come parola chiave e vedere volta per volta i post più recenti dedicati all’argomento.

Questa è comunque solo una (comoda) semplificazione dell’interfaccia di ricerca di Technorati, che nella sua versione avanzata permette di cercare nei post, nei tag, nella directory di tutti i blog iscritti o solo nel novero dei propri blog favoriti. Paradossalmente le funzionalità più interessanti vengono fuori quando Technorati non trova nulla che corrisponda alla parola chiave inserita. In questo caso il motore chiede di raffinare i termini di ricerca proponendo altri termini afferenti alla stessa sfera semantica, proponendo di restringere la ricerca in blog tematici, in lingue diverse e con maggiore o minor autorità.

Abbiamo accennato ai temi di maggiore popolarità (musica, video eccetera) che fanno bella mostra di sé anche nella propria pagina personale. Un altro modo di essere sempre aggiornati sugli argomenti più discussi della blogosfera è quello di cliccare sull’icona WTF (sta per Where’s The Fire?, cioè “dove stanno gli argomenti più caldi”). Qui si possono trovare brevi blurb (in origine il termine indica le scritte in quarta di copertina sui libri) che vanno dalle ultime sbronze di Britney Spears all’agopuntura per cani, dai migliori client per torrent agli ultimi commenti su Vista. Ognuno può indicare qual è l’argomento più caldo per lui, senza bisogno di avere un blog. Questi blurb vengono poi votati dagli altri utenti di Technorati in base all’interesse.

Una delle funzioni più comode di Technorati è quella che permette all’utente di segnalare i propri blog favoriti: i post scritti dai blogger segnalati verranno sempre aggiornati e saranno visibili al centro della home page personale. In questo senso, Technorati funziona come un aggregatore e come un feed reader. Perciò, se siete di quelli che sentono spesso parlare di feed Rss ma non hanno tempo e/o voglia di installare un reader come Feedburner, sarà sufficiente visitare ogni giorno la propria home page in Technorati per essere sempre aggiornato. Va comunque segnalato che sotto questo punto di vista anche Blogitalia (la directory italiana dei blog creata da Tony Siino e Vincenzo Caico) fa un ottimo lavoro con il Segnablog, anche se non permette (ancora) l’aggregazione nella stessa pagina di più post da diversi blog segnalati.

Oltre ai blog preferiti, ovviamente, in un angolo apposito della pagina viene segnalato anche il proprio blog. Accanto al link, il tasto Ping che serve per far sapere a Technorati che il proprio blog è stato aggiornato (ma dopo qualche tempo Technorati ci pensa da sé a verificare la presenza di nuovi post). A proposito del proprio blog, Technorati fornisce una serie di utili statistiche. Vengono mostrati gli ultimi post scritti, un po’ di statistiche visuali, i tag più usati ma soprattutto quella che è diventata l’ossessione di molti blogger “professionali” (anche se è un po’ un controsenso parlare di professione per i blog, ma questa è un’altra storia): il rank di Technorati.

Un po’ come fa Google per tutte le pagine indicizzate del web, anche Technorati basa il suo ranking (numero che indica la posizione in un’ipotetica classifica) sul numero di inbound link che un blog ottiene, cioè – in soldoni – su quanti altri blog linkano verso il vostro. Più link ottenete, più il rank tenderà a zero. In pratica, un blog che ha una sessantina di link provenienti da altri blog avrà un rank compreso tra 190.000 e 200.000. Un blog come quello di Beppe Grillo che ha più di 6.000 link da parte di altri blog, raggiunge un rank più vicino a 30. Nello specifico, i numeri che Technorati assegna al vostro blog sono disposti secondo la formula: “Rank: n (x links from y blogs)”, dove y è il numero di singoli blog distinti che puntano al vostro, x è il numero di link generico che punta al vostro blog (entrambi calcolati su un periodo di 180 giorni) e n è il rank, cioè il numero di blog (più uno, il vostro) che ha y blog che puntano al proprio.

Confusi? È normale. Anche in Italia nelle ultime settimane si fa un gran parlare di classifiche: c’è quella del già citato Blogitalia e quella di Blogbabel, entrambi servizi che interpretano i dati di Technorati cercando di dare un volto riconoscibile alla blogosfera italiana. Ma lo scopo di scrivere in un blog non è quello di entrare in una classifica, anche se può far piacere sapere che molte persone ci leggono. Non entriamo nel merito della filosofia dei blog, perché ognuno ha le sue motivazioni. L’importante è scrivere sul proprio blog con cognizione di causa, sapendo che i nostri lettori (siano essi tre, trenta o trecento) potranno essere in qualche modo influenzati, toccati, interessati, divertiti o emozionati da quello che scriviamo.

Si tratta di rendere più semplice la ricerca sulle nostre pagine alimentando nel contempo le connessioni tra diverse informazioni su Internet. Inserire i tag nei propri blog non è solo un vezzo, ma può contribuire a rendere più semplice l’incontro tra domanda e offerta di informazione. Purtroppo non tutte le piattaforme di blogging offrono questo tipo di servizio (o se lo offrono, è un servizio limitato al singolo blog). Possiamo però provvedere noi stessi a inserire i tag Technorati in coda ai nostri post, semplicemente inserendo i link corretti nel testo (ad esempio, se si vuole inserire un tag “apogeo” in coda a un post basterà inserire il codice .

Per i più pigri, c’è anche Turbo Tagger, un comodo generatore di tag – basta inserire il codice prodotto dall’applicazione e il gioco è fatto. Detto questo, non ci sono più scuse: andate e moltiplicate… i tag.

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