La tecnica è ben collaudata: tutto comincia su un sito di piccoli annunci, dove il signor XY ha messo in vendita, ad esempio, la sua automobile. In un attimo, un acquirente straniero si presenta e, dopo alcuni scambi di e-mail, l’accordo viene raggiunto, diciamo per un importo di 3.000 euro.
Il signor XY, soddisfatto della rapidità con cui ha trovato un acquirente, nei giorni successivi riceve un assegno dell’importo di 6.000 euro. Un supplemento che deve servire, secondo l’acquirente, a coprire le spese di trasporto, che il venditore dovrebbe solo gentilmente accettare di regolare. Per giustificare la richiesta, il sedicente compratore spiega al suo interlocutore che la dogana esige che il mittente si occupi delle spese in questione, e chiede quindi al signor XY di provvedere al pagamento tramite la società di trasferimento di denaro Western Union.
Naturalmente, il venditore attende che l’importo dell’assegno sia accreditato sul suo conto in banca prima di iniziare l’operazione. Alcuni giorni più tardi è rassicurato e pronto per abboccare all’amo: sul suo conto sono stati accreditati 6.000 euro e procede quindi al versamento di 3.000 euro tramite Western Union.
La trappola si è appena chiusa: nei giorni successivi, la sua banca gli annuncia che l’assegno del suo acquirente era falso e storna immediatamente i 6.000 euro dal suo conto.
Pare che alcune migliaia di internauti francesi abbiano già vissuto questa disavventura. Secondo Afub (Associazione francese degli utenti delle banche), inoltre, questo tipo di frode si sarebbe diffuso da circa un anno.
“Nel mese d’agosto 2004, abbiamo iniziato a ricevere alcune segnalazioni. Ma il fenomeno ha preso piede davvero dall’inizio dell’anno – spiegano dall’Afub -. Fino ad oggi, l’associazione ha ricevuto 250 denunce, ma ritiene che la frode abbia potuto mietere da 15.000 a 30.000 vittime in Francia”.
L’Afub allerta dunque gli utenti ma, soprattutto, mette in evidenza la responsabilità delle banche: “Non fanno correttamente il loro lavoro, accreditando l’assegno sul conto delle vittime, senza averne verificato la validità “.
E non manca di sottolineare che, in alcuni casi, sono stati necessari una ventina di giorni alla banca per accorgersi che l’assegno era falso. Un difetto delle reti bancarie francesi che, secondo l’associazione, è sfruttato a fondo dai truffatori, per la maggior parte con base in Nigeria.