La Public Patent Foundation (PPF), poco conosciuta associazione di difesa degli interessi del software libero, ha richiesto all’US Patent and Trademark Office (organismo statunitense che registra i brevetti) di annullare il brevetto depositato da Microsoft sul suo sistema di gestione dei file FAT (File Allocation Table), licenza da poco utilizzabile da parte dei concorrenti e solo dietro pagamento dei diritti.
Alla fine del 2003 Microsoft aveva, infatti, annunciato la sua intenzione di facilitare l’accesso alla sua proprietà intellettuale, dando vita a un sistema di licenze che permette di utilizzare alcuni dei suoi brevetti dietro il pagamento di royalties. La software house aveva allora presentato due licenze a pagamento: una riferita a ClearType, il software di visualizzazione ad alta risoluzione, e l’altra sulla tecnologia FAT.
Ufficialmente, una simile decisione da parte di Microsoft risponde alla domanda delle altre software house sul mercato, che possono così sviluppare prodotti compatibili. Decisione che, casualmente, coincide perfettamente con quanto stabilito dalle autorità antitrust, tanto americane quanto europee.
Da parte sua, la Public Patent Foundation individua in questo atteggiamento, soprattutto una manovra di Microsoft che mira a contrastare la concorrenza dei software liberi. Secondo i responsabili della PPF il principio di commercializzare a un prezzo ragionevole delle licenze per brevetti software è paradossale, in netto contrasto con il modo di distribuzione dei software liberi. In quest’ultimo caso, infatti, si impone di rendere pubblica ogni modifica del codice sorgente, cosa che risulta impossibile se alcune parti sono protette da brevetti.
Il risultato è che molto software libero interfacciato con il sistema FAT, o qualsiasi altro software protetto, sarebbe ormai illegale. Riassumendo: Microsoft cercherebbe di sfruttare il sistema americano dei brevetti per favorire i software proprietari a scapito dei software liberi. Secondo la PPF ci sarebbe una sola soluzione: Microsoft dovrebbe applicare ai suoi brevetti una licenza specifica per il software libero. Cosa che, ovviamente, il gigante di Redmond non farà spontaneamente.
La PPF si accanisce contro il brevetto FAT perché è uno dei più vecchi depositati da Microsoft, uno di quelli la cui invalidità è difficile da provare. La speranza è che se si dovesse ottenere l’annullamento della licenza FAT, sarà più facile muoversi contro i brevetti più recenti.