Sembra proprio che i media cinesi abbiano deciso di alzare il tiro contro Microsoft. Lo scorso mese la denuncia avanzata dal gigante di Redmond contro una piccola azienda locale aveva provocato una “rivolta nazionalista”, fomentata in primis dai giornali, che aveva convinto il giudice ad archiviare il caso. Più recentemente la pubblicità negativa ha seguito le orme di un libro al vetriolo scritto dall’ex-general manager di Microsoft che accusa esplicitamente quest’ultima di arroganza e insensibilità alle necessità della Cina informatica.
Nei giorni scorsi il Yangcheng Evening News ha calcato ulteriormente la mano, riportando la notizia secondo cui il sistema operativo Windows 2000 non verrà utilizzato dagli uffici governativi. Immediata la smentita congiunta da parte di Microsoft e del governo cinese. Ma altrettanto tempestiva la conferma di una fonte anonima dello staff ministeriale, nuovamente ripresa dalla stampa nazionale: ‘”I maggiori ministri governativi non consentiranno l’uso di Microsoft Windows 2000 sui propri computer.” Gli stessi ministri pare preferiscano ricorrere a “Red Flag-Linux”, piattaforma realizzata in loco basata su Linux.