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Microsoft propone una soluzione all’Europa

14 Marzo 2002

Microsoft propone una soluzione all’Europa

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Microsoft ha i suoi problemi giudiziari anche in Europa. Per cercare di risolverli ha proposto alla Commissione Europea una soluzione. In pratica, l’azienda americana ha proposto due cambiamenti tecnici che …

Microsoft ha i suoi problemi giudiziari anche in Europa. Per cercare di risolverli ha proposto alla Commissione Europea una soluzione.

In pratica, l’azienda americana ha proposto due cambiamenti tecnici che nel quadro dell’inchiesta aperta contro di lei, potrebbero aumentare la compatibilità dei suoi prodotti.
Nello specifico riguardano un protocollo di sicurezza (Kerberos), e un protocollo su un sistema Internet (Common Internet File System).

“Questi due cambiamenti -spiega il portavoce di Microsoft- rispondono alle perplessità della Commissione Europea riguardo la compatibilità dei nostri prodotti con sistemi operativi diversi da Windows”.

“Speriamo -aggiunge- che verranno visti come una tappa costruttiva per mettere fine all’inchiesta”.

Un’apertura insperata da parte dell’azienda di Redmond, dopo che nel passato si era rifiutata di fornire maggiori concessioni al fine di arrivare ad una rapida svolta dell’inchiesta. Questa volta, invece, sembra che l’azienda americana abbia imboccato il giusto binario nei confronti della Commissione. “Proseguiremo il nostro dialogo con la Commissione”, dichiarando inoltre, che forniranno informazioni tecniche sui punti in discussione.

La Commissione, che ha aperto l’inchiesta alla fine di agosto, sospetta che Microsoft approfitti del suo dominio sui sistemi operativi (con Windows), per tentare di mettere le mani sul mercato dei software per le imprese e per i server. È da un po’ di tempo che il gruppo americano sta privilegiando una soluzione negoziata, simile a quella portata a termine con il Governo americano, con Bruxelles.

In questo senso è da leggersi la decisione di rinunciare ad un’udienza, mettendo così l’accento sulla voglia di dialogo. Microsoft in questa battaglia con l’Europa rischia una multa che potrebbe aggirarsi fino al 10% del suo fatturato, cioè circa 2,5 miliardi di dollari, sempre che la Commissione non arrivi a provare irregolarità ancora più grosse.

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