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Microsoft non verrà smembrata

10 Aprile 2000

Microsoft non verrà smembrata

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Il futuro dell'azienda di Redmond appare quanto mai incerto e l'ipotesi di una sua frammentazione è reale, ma non probabile. Il rischio è di creare uno stuolo di aziende monopoliste

Il processo antitrust intentato dal Governo americano contro la Microsoft non è ancora arrivato al round finale e l’incertezza sulle sorti dell’azienda di Bill Gates è alta. Dopo la sentenza del giudice Thomas Jackson, che dichiara Microsoft colpevole di aver abusato della sua posizione dominante danneggiando i consumatori, molti hanno dato per probabile, se non per scontato, lo smembramento dell’azienda. Ma quali sono le reali possibilità che questo scenario si concretizzi? Il Governo americano deciderà veramente di frammentare il leader mondiale del software per Pc? Anche negli Stati Uniti molti nutrono dei dubbi.

I paragoni con precedenti sentenze, come quella che smantellò AT&T nel 1984, non convincono. Nel caso Microsoft gli interessi nazionali sono più forti, l’azienda opera su tutti i mercati mondiali e contribuisce alla bilancia dei pagamenti americana in modo significativo. Inoltre, 400 milioni di utilizzatori in tutto il mondo potrebbero avere un peso maggiore delle vocazioni antimonopoliste del Governo degli Stati Uniti. Infine, il gruppo è molto competitivo ed è attivo in mercati in forte crescita.

Il giudice Jackson, invece dello smantellamento, potrebbe più semplicemente imporre un controllo delle pratiche commerciali di Microsoft, anche se appare evidente la scarsa efficacia e praticabilità di misure di questo tipo.

Per di più, lo smantellamento potrebbe risultare particolarmente complicato. Le riflessioni del giudice si basano su una struttura aziendale che risale agli anni ’90, che è cambiata molto in questi ultimi tempi ed è in continua evoluzione anche grazie alla conversione “Internet oriented” dell’azienda di Redmond. Negli anni ’90 la maggior parte delle aziende era organizzata intorno ai prodotti. Con la Rete molte di queste si stanno orientando ai servizi e, in tale contesto, le attività di un gruppo come Microsoft diventano sempre più difficili da separare, da disaggregare.

In buona sostanza, le misure che il giudice potrebbe assumere rischiano di essere inefficaci o inattuabili. E anche nel caso di uno smantellamento l’effetto potrebbe non essere propriamente quello sperato dai concorrenti e dai nemici di Microsoft, che al posto di una sola società si potrebbero trovare ad avere a che fare con più monopolisti. Una sorta di clonazione del problema che potrebbe far diventare la cura peggiore del male.

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