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Microsoft minaccia il ritiro delle versioni di Windows dal mercato

07 Marzo 2002

Microsoft minaccia il ritiro delle versioni di Windows dal mercato

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O la piantate di agire contro di noi, o ritiriamo Windows XP e 2000 dal mercato. Questa è, in sintesi, l’ultima uscita della Microsoft per cercare di bloccare le sanzioni …

O la piantate di agire contro di noi, o ritiriamo Windows XP e 2000 dal mercato. Questa è, in sintesi, l’ultima uscita della Microsoft per cercare di bloccare le sanzioni e soprattutto evitare di togliere il browser dal sistema operativo. Un ultimatum che sa di disperazione.

Intanto i nove Stati insistono e rivedono anche loro le richieste di sanzioni contro l’azienda.
“Le misure modificate dovrebbero sgonfiare la retorica usata e le predizioni apocalittiche di Microsoft a proposito delle sanzioni richieste”, dichiara a muso duro il ministro della Giustizia del Connecticut, Richard Blumenthal.

Vediamo, dunque, queste modifiche.
La principale posa sul principio che Microsoft dovrebbe creare e distribuire una versione “modulare” del sistema operativo, piuttosto che molte. In questo modo, la maggior parte dei software discussi e inseriti in Windows potranno non essere installati a forza.

Le altre, soprattutto chiarimenti, spiegano che voler sapere come funzioni Windows servirà a far funzionare meglio le applicazioni non Microsoft e non a creare cloni del sistema operativo.

Il Washington Post, raccontando delle novità sul caso dice che Microsoft prevede di spingere fino all’estremo i suoi argomenti per arrivare a dimostrare che gli è tecnicamente impossibile disgiungere alcuni moduli da Windows (browser, per esempio).

E arrivare fino al punto di dichiarare che se dovessero essere accettate dal tribunale le richieste dei nove Stati, non avrebbe altra scelta che ritirare dal mercato Windows 2000 e XP, solo modo per non contravvenire alle decisioni della Corte.

Nel continuo palleggio tra le parti, adesso sta ai nove Stati dimostrare che rendere modulabile Windows è un procedimento realizzabile.
Per questo, il 21 febbraio scorso è stato incaricato un professore dell’Università dello Utah di esaminare il codice sorgente delle diverse versioni di Windows XP, con lo scopo preciso di studiare la fattibilità della cosa.

Se dovesse riuscire, Microsoft ha perso.

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