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Microsoft dovrà svelare il cuore di Windows

20 Febbraio 2002

Microsoft dovrà svelare il cuore di Windows

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Microsoft nel caso che la contrappone al governo e agli Stati americani per abuso di posizione dominante, temeva due cose: lo smantellamento in due società e dover rendere disponibile il …

Microsoft nel caso che la contrappone al governo e agli Stati americani per abuso di posizione dominante, temeva due cose: lo smantellamento in due società e dover rendere disponibile il codice sorgente di Windows.

Mentre per la prima ipotesi, malgrado la sentenza favorevole del tribunale di primo grado, il rischio si è allontanato grazie all’appello, la seconda è rimasta sul tappeto e adesso sembra diventare drammaticamente reale.

Il giudice, la ormai famosa Colleen Kollar-Kotelly alla quale la Corte d’appello ha rimandato la patata bollente, ha decretato che Microsoft riveli il codice sorgente di Windows ai nove Stati americani che non hanno sottoscritto l’accordo amichevole e che proseguono la causa.

La richiesta dei nove Stati di aver accesso al codice sorgente del sistema operativo è frutto di un errore di difesa dell’azienda. Quest’ultima, infatti, nel tentativo di non dover scorporare una serie di componenti dal sistema operativo (Internet Explorer, Windows Media Player, ecc.) aveva dichiarato che ciò era impossibile a causa della struttura del software.

Gli Stati, a questo punto, hanno chiesto al giudice di entrare in possesso del codice sorgente per poter verificare se ciò corrisponde alla realtà.

La Kollar-Kotelly ha accettato in base al principio che tutte le parti devono avere le stesse informazioni (era lo stesso principio in base al quale ha imposto ad AOL di dare tutto il materiale richiesto a Microsoft).
“Mi sembra – ha spiegato il giudice agli avvocati di Microsoft secondo la versione dei riportata dai media – che se voi avete accesso, allora anche la parte avversa, molto francamente, dovrebbe ugualmente avere accesso (al codice sorgente)”.

I nove Stati avevano chiesto che una delle possibili sanzioni da applicare nei confronti di Microsoft fosse proprio l’obbligo di vendere anche una versione “alleggerita” del sistema operativo, che cioè non contenesse altro come browser, software per lettura dei file multimediali e per la messaggeria istantanea.

Viene così a cadere il tabù su una delle più importanti e redditizie proprietà intellettuali. Un attacco al cuore pulsante di Microsoft.
Quest’ultima cercherà in tutti i modi di sfuggire all’ingiunzione e forse si aprirà l’ennesimo capitolo di questo lungo braccio di ferro.

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