Microsoft l’aveva già promesso, ma adesso interviene anche una decisione del giudice: l’azienda dovrà rimborsare le spese processuali per la causa antitrust ai nove Stati che hanno deciso di aderire all’accordo amichevole concluso tra l’azienda e il dipartimento di Giustizia.
Una decisione del giudice Colleen Kollar-Kotelly che avvalla, come abbiamo detto, una promessa fatta da Microsoft agli avvocati dei nove Stati (New York, Illinois, Ohio, Kentucky, Louisiana, Maryland, Michigan, Carolina del Nord e Wisconsin).
L’ammontare della cifra verrà determinato sulla base delle procedure predeterminate al momento dell’annuncio dell’accordo amichevole.
Sarà comunque una bella cifra e non sancirà, comunque, la validità dell’accordo. Lo stesso giudice, infatti, tiene a sottolineare sulla sentenza che non ha ancora deciso se approvare o no questo accordo amichevole.
Il periodo di consultazione pubblica sull’accordo non è ancora scaduto e Microsoft avrà ancora 30 giorni per rispondere ai commenti ricevuti dal dipartimento di Giustizia.
Solo allora il giudice potrà pronunciarsi sull’accordo.
Intanto il processo continua con accusatori i nove Stati che non hanno accettato di sottoscrivere l’accordo amichevole. A questi si è aggiunto il Distretto di Columbia, che ospita la capitale federale Washington.
Le udienze, che avranno termine l’11 marzo, dovranno permettere al giudice di determinare quali sanzioni comminare a Microsoft, riconosciuta colpevole di pratiche anticoncorrenziali.