Microsoft chiede alla Corte d’appello di annullare il verdetto sul suo smantellamento per il processo antitrust.
172 pagine, tante ce ne sono volute a Microsoft per chiedere al giudice Jackson, che ha istruito il processo antitrust, di annullare la procedura di smantellamento.
Questo rapporto, disponibile sul sito Microsoft, rigetta lo smantellamento dell’azienda di Bill Gates in due entità distinte.
L’azienda di Redmond afferma che il processo intentato dalle autorità federali e la decisione del tribunale di Washington, riflettono un’interpretazione erronea della legislazione antitrust.
“L’intera procedura è viziata da errore, rivela una profonda incomprensione delle leggi antitrust”, è scritto nel documento Microsoft.
Il tribunale di Washington ha condannato il comportamento di Microsoft allo sviluppo fenomenale di Internet e all’emergere di Netscape come navigatore sulla Rete, aggiunge Microsoft.
Ma, spiega l’azienda, la rivalità tra il sistema d’accesso a Internet di Microsoft con Explorer e Netscape è stato “enormemente vantaggioso” per i consumatori.
L’azienda, dunque, respinge l’argomentazione del giudice Jackson secondo il quale il gruppo ha cercato di abusare della sua posizione dominante sul mercato dei sistemi operativi, per monopolizzare l’acceso a Internet a discapito di Netscape.
Ed ecco il punto dirimente per Microsoft: Explorer non può essere un prodotto separato dal sistema operativo Windows perché, in questo caso, sparirebbero numerosi vantaggi derivanti dalla loro integrazione.
La Corte d’appello aveva indicato l’11 ottobre che avrebbe sentito ancora le due parti, Microsoft e il dipartimento di Giustizia, il 26 e 27 febbraio 2001, ma questi avrebbero potuto deporre le loro argomentazioni scritte entro il 9 febbraio.