Era prevedibile che l’inclusione di specifiche per l’utilizzo di meccanismi di protezione anticopia nello standard HTML5, della quale si è già scritto tempo fa, avrebbe suscitato un dibattito come minimo vivace.
Sul fronte delle notizie siamo alla pubblicazione di un Working Draft del World Wide Web Consortium relativo a Encrypted Media Extension o EME, architettura destinata a sostenere il peso dell’inclusione di contenuti protetti in pagine HTML5 (architettura, si badi; lo schema anticopia effettivo è tutto da decidere e, dove ve ne fossero, l’architettura servirebbe appunto a permetterne il funzionamento). Electronic Frontier Foundation non ha gradito:
Shame on the W3C: today's standards decision paves the way for DRM in the fabric of the open web. https://t.co/KcplsruM5B
— EFF (@EFF) May 9, 2013
Peter Bright ha preso posizione su Ars Technica argomentando come EME sia una vittoria piuttosto che una sconfitta e che, nel mondo dei plugin e delle app, la mancanza di forme efficaci di protezione del contenuto (DRM, da Digital Rights Management) su Web non porterà alla sua inaccessibilità, ma alla sua sparizione:
Dove ci sono plugin e app, non esiste alcun cammino di transizione che abbia significato verso un mondo libero da DRM. Non c’è un buon sistema per i distributori che vogliano tastare il terreno e verificare se la distribuzione libera sia fattibile. Con EME, c’è. EME manterrà i contenuti fuori dalle app e dentro il Web e faciliterà il passaggio a un futuro libero da DRM. Non è un danno per il Web aperto, bensì lavorare per assicurarne nel tempo utilità e rilevanza.
I plugin sono in estinzione. Adobe ha pubblicato una roadmap per i prossimi anni di Flash, arroccata nella difesa di fonti di fatturato come lo sviluppo di giochi e – a proposito – l’erogazione di video protetto da DRM e cede il passo a HTML5 su ogni altro fronte, compresi gli stessi strumenti di sviluppo di Adobe. L’altro plugin diffuso, Silverlight di Microsoft, non conosce sviluppo dalla versione 5 di fine 2011. Internet Explorer 10 di Microsoft, su Windows 8 di Microsoft, se usato in versione touch e non desktop è plugin-free, Silverlight compreso. Circa un miliardo di apparecchi mobile è incompatibile con qualsiasi plugin.
Rimane però il fattore tempo: l’estinzione dei plugin sarà lenta. E intanto il mondo delle app esplode: App Store di Apple, da solo, ha passato quota ottocentomila e da un momento all’altro assegnerà premi per festeggiare i cinquanta miliardi di download.
Le app non hanno problemi a impiegare schemi di protezione del contenuto. Se il Web non lo rende possibile, il contenuto abbandonerà il Web. Che se ne occupi il W3C è una garanzia collettiva migliore dei vari singoli interessi aziendali.
Nel frattempo possiamo sostenere le buone iniziative HTML5. Su un tono leggero, provare Waste Invaders, per esempio.