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Megafusione HP-Compaq: ha vinto Carly Fiorina?

21 Marzo 2002

Megafusione HP-Compaq: ha vinto Carly Fiorina?

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Ore 8,20: si apre l’assemblea degli azionisti di Hewlett-Packard. A loro il peso della scelta se accettare o respingere il piano di fusione con Compaq presentato da Carly Fiorina, 47 …

Ore 8,20: si apre l’assemblea degli azionisti di Hewlett-Packard. A loro il peso della scelta se accettare o respingere il piano di fusione con Compaq presentato da Carly Fiorina, 47 anni, amministratore delegato.

A quell’ora, dunque, un’agguerrita Carly Fiorina da il via a una delle più importanti assemblee di un gruppo informatico negli ultimi anni, a Cupertino vicino a Palo Alto, dove ha sede HP.
Dopo pochi minuti la conclusione della riunione, HP fa uscire un comunicato dove proclama la sua vittoria, anche se ammette che non è ufficiale.

L’acquisto di Compaq da parte di HP per circa 20 miliardi di dollari, dovrebbe portare alla creazione del colosso mondiale dei computer, dai Pc ai server, a livello del gigante IBM.
Una scelta, come abbiamo detto più volte, fortemente voluta dalla Fiorina, perché secondo lei rappresenta “la migliore opportunità di crescita” nel settore.

Se l’operazione fosse respinta dagli azionisti, “avremmo perduto tempo prezioso”, ha affermato la PDG, mettendo l’accento sul fatto che HP non ha in tasca strategie alternative.

Dall’alba centinaia di azionisti avevano iniziato a fare la coda davanti all’auditorium, sede dell’assemblea, alcuni vestiti completamente di verde, il colore del foglietto del “no” al matrimonio, posizione portata avanti da Walter Hewlett, 57 anni, erede di uno dei fondatori.

Tra gli azionisti voci di dissenso, dunque, alla fusione, come quella di un pensionato che dice che “servirà solo a costruire un impero, non a rendere HP più forte”. “Sono qui – continua – per mettere fine alle deformazioni e alle menzogne di Carly”.

Alle dieci (sempre ora locale) le operazioni di voto vengono dichiarate chiuse e scattano le operazioni di conta.
Molti degli azionisti, però, si erano già espressi per procura nel corso dei giorni precedenti, presso società incaricate di raccogliere i voti per l’uno o per l’altro campo.

Vista l’ampiezza della partecipazione, con molte centinaia di migliaia di foglietti e il rischio di contestazioni se il risultato è troppo veloce, è possibile che il conteggio prenderà molti giorni.

Il risultato, però, dovrebbe apparire già chiaro in breve tempo, sulla base di sondaggi degli azionisti, soprattutto investitori istituzionali che detengono il 57 % del capitale.

Circa il 22 % dell’azionariato (di questo il 18 % detenuto dalle famiglie Hewlett e Packard) si è espresso pubblicamente contro la fusione e il 12 % a favore. Ma la maggioranza dei due terzi non ha ancora reso noto le sue intenzioni.

Tutti e due i campi, quindi, hanno tempestato di telefonate gli azionisti per convincerli a schierarsi dalla loro parte.

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