Il “controllo” operato sul Web è roba da poco in paragone a quello attivato normalmente sulla stampa quotidiana. Questa la situazione, tutt’altro che paradossale, nella regione del Medio-oriente, i cui apparati repressivi tengono sottocchio soprattutto il materiale pornografico veicolato dall’occidente tramite Internet. Al di là di questo, però, il dissenso politico sembra passare con maggior facilità tra le maglie del medium digitale piuttosto che tra quelle tradizionali. È quanto accade in particolare in paesi quali Egitto, Giordania e Palestina. Ad esempio, fa notare un saggista locale, il Middle East Times Egypt presenta una rubrica dal titolo “Censurati” in cui vengono elencati gli articoli vietati alla lettura dall’apposito comitato. Al contrario, l’Arab Media Internet Network non ha subito alcun blocco pur avendo passato l’attento scrutinio delle autorità giordane, soprattutto riguardo a notizie ed opinioni sulla scena locale regolarmente presenti sul sito ma assenti dalla stampa locale.
Una situazione che, almeno al momento e secondo alcuni osservatori locali, potrebbe continuare ad erodere in positivo le rigide fondamenta della società medio-orientale. Anche se va notato come tuttora la maggior parte delle popolazione arabe abbiano scarso o nessuno accesso a Internet.