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Me la canto, me la monto e me la “uploado”

01 Aprile 2010

Me la canto, me la monto e me la “uploado”

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Addio cover piatte. Grazie a montaggi creativi e a molta fantasia, gli artisti in erba replicano in casa l'intera produzione discografica

Nelle settimane scorse parlavamo dei talenti da cameretta, un esercito in cerca di spazio per esibirsi, fuori dai talent show televisivi e dentro YouTube. Se la cosa ha un senso per attori e comici, ne ha maggiormente per cantanti e musicisti. A favorire questi artisti 2.0, oltre all’esplosione dei servizi di pubblicazione di video e dei social network, c’è anche la diffusione programmi, spesso gratuiti, che permettono di registrare e montare tracce audio su un qualsiasi computer. In questo modo anche il musicista per diletto e il cantante della domenica non devono limitarsi a mostrarci i loro assolo o le esibizioni a cappella, ma possono esibirsi come polistrumentisti, in un surreale coro fai da te, oppure formando un gruppo, seppur virtuale.

Insomma, perché pubblicare il risultato che si ottiene riprendendosi con una webcam quando ci si può riprendere più volte e accompagnarsi da soli? Per esempio potete fare come il canadese Andrew Kesler, che ha dimostrato le sue capacità vocali montando un video in cui ricopre il ruolo di soprano, tenore e basso nel classico Singin in the rain; oppure diventare idoli per migliaia di nerd e appassionati di cinema, come Corey Vidal, che ha riprodotto tutto da solo l’omaggio alle grandi colonne sonore di John Williams (Star Wars, Superman, Indiana Jones) che i Moosebutter cantavano in quattro.

Se invece cantare senza una base vi spaventa e preferite tenere uno strumento in mano non c’è problema: Jimmy Inch ha ottenuto quasi 120.000 visualizzazioni con un video in cui si fa in tre cantando Africa dei Toto e accompagnandosi alla chitarra e al basso. Come dite? Fare tutto da soli vi sembra molto triste e poco social? E allora trovatevi un socio e collaborate a distanza. In questo caso YouTube si riscopre piattaforma per aggregazione in cui è facile fare casting, non bisogna prenotare la sala prove e nemmeno togliersi le ciabatte: quasi 5 milioni di persone hanno visto Jimmy e Bastian cantare e suonare Hotel California, ognuno da casa sua. E se non avete sottomano tutti i musicisti necessari potete sempre fare come Phil, Dave e Stephan, che hanno suonato separatamente All right now, per poi montare e pubblicare un video in cui cercano un cantante.

Come potete vedere da questi esempi sono video in cui si suona per suonare e per mostrare la propria bravura. Raramente si fa caso all’aspetto estetico e alle scenografie, spesso costituite da camerette in disordine e salotti di mamma e papà. Ma questa semplicità può anche diventare una cifra stilistica. Per esempio l’americana Nataly Dawn si sta facendo notare, oltre che per la sua bella voce, per l’ironia e l’accuratezza delle sue messe in scene casalinghe. In questa cover di Do what you want non ha paura di affrontare gli Ok Go (gruppo abilissimo nello sfornare video che diventano oggetti di culto e virali) e lo fa suonando chitarra, custodie, suole di scarpe e cavatappi. A collaborare con lei quel Jack Conte che, sempre su YouTube, si esibisce mischiando i Radiohead a Chopin e Apehx Twin ai Bright Eyes. Non si dica che manca il coraggio.

So cosa state pensando: questi sono tutti stranieri. Gli italiani, che fanno? Ci sono, e ce la mettono tutta. In molti modi diversi. Dall’ironia di Impeto, un ventiquattrenne napoletano che ha unito su YouTube i contributi di musicisti italiani, giapponesi e australiani per risuonare la sigla del telefilm McGyver, fino all’impegno sociale di più di 30 tra cantanti e musicisti (tra i quali lo stesso Impeto), che hanno realizzato una versione di Domani, autoproclamandosi Artisti di YouTube uniti per l’Abruzzo, senza incontrarsi e mettendosi davanti alla loro cam.

Come vedete, c’è un universo variopinto e c’è spazio per tutti i generi e tutti i talenti. E se, come me, non sapete suonare nulla e non siete sicuri di avere una bella voce, non scoraggiatevi. Forse possiamo almeno aspirare a un frammento di beatbox in un video come quello, eccezionale, realizzato da Ngs Music.

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