Convenzioni basilari di contabilità
Di certo la contabilità non è una scienza esatta: non lo affermerebbe neanche il professionista più appassionato del settore. C’è un notevole margine di interpretazione e di congetture, in quanto raramente si dispone di tutti i dati al momento della stesura dei bilanci. Per esempio, non è detto che un determinato cliente salderà effettivamente i suoi debiti, ma a meno che non si abbia la prova concreta che non lo farà, (in caso di fallimento della sua azienda, per esempio) il valore del denaro dovuto apparirà nel bilancio.
Ovviamente se contabili e manager avessero completa libertà di interpretare gli eventi a seconda delle loro preferenze, nessuno all’interno o all’esterno dell’azienda farebbe affidamento su quei dati, ed è per questo che sono state stabilite una serie di regole di base per ottenere un certo livello di coerenza nelle informazioni contabili.
I criteri di base
Questi sono i criteri fondamentali che regolano il modo in cui la professione contabile raccoglie e presenta le informazioni finanziarie.
Valutazione monetaria
Nel bilancio si registrano solo gli eventi che possono essere espressi in termini di denaro. Per esempio, lo stato di salute dell’amministratore delegato e la notizia che il suo principale concorrente sta aprendo un punto vendita più attraente proprio di fronte a lui sono eventi aziendali importanti. Tuttavia, non vengono registrati in contabilità e non compaiono nel bilancio, semplicemente perché non è possibile assegnare un oggettivo valore monetario a questi eventi.
Leggi anche: Come diventare MBA: come funziona la vendita
Esprimere gli eventi aziendali in termini di denaro offre il grande vantaggio di fornire un denominatore comune. Immaginiamo di dover addizionare le attrezzature informatiche e i macchinari a una sede da 4.000 metri quadrati e di dover determinare un totale. È necessario un denominatore comune per eseguire le funzioni aritmetiche di base e per mettere a confronto una serie di dati con un’altra.
Entità aziendale
Il bilancio è redatto per l’azienda stessa, non per i titolari, i banchieri o chiunque altro sia associato all’azienda. Tale concetto richiede che le attività e le passività siano sempre definite partendo dal punto di vista dell’azienda. Quindi, per esempio, se un imprenditore prestasse del denaro alla propria azienda, questo apparirebbe nel bilancio come una passività, anche se in effetti potrebbe essere considerato come denaro proprio. Ogni operazione effettuata con quel denaro, per esempio l’acquisto di attrezzature, sarà registrata nel bilancio come un’attività dell’azienda. La quota del titolare viene registrata solo attraverso l’aumento o la diminuzione del valore netto dell’azienda nel suo complesso.
Il concetto di costo
Le attività sono generalmente contabilizzate in base al costo alla data di acquisto. Per molteplici fattori, il valore reale di un’attività probabilmente subirà delle variazioni nel corso del tempo. Il valore di un’attività è una stima soggettiva, ed è probabile che due persone possano non trovarsi d’accordo. Questo aspetto risulta ancora più complesso e artificiale, perché le attività stesse di solito non sono in vendita.
Quindi, nella ricerca dell’oggettività, i contabili hanno stabilito che il dato da registrare debba essere il costo. Ciò significa che un bilancio non mostra il valore attuale di un’azienda: non è questo il suo obiettivo. E non significa neanche che il valore del costo rimarrà invariato per sempre. Per esempio, a distanza di due anni, il valore di un veicolo a motore dal costo di 6.000 £ potrebbe presentarsi come nella tabella che segue.
Esempio di variazione del valore di un’attività.
Anno 1 |
Anno 2 |
|
Immobilizzazioni |
£ |
£ |
Veicolo |
6.000 |
6.000 |
Meno il deprezzamento accumulato |
1.500 |
3.000 |
Valore netto dell’attività |
4.500 |
3.000 |
Il deprezzamento è il criterio con cui mostriamo che l’attività viene consumata nel corso della sua vita utile. Si tratta semplicemente di un registro contabile che ci permette di allocare una parte del costo di un’attività al periodo di tempo adeguato.
Il periodo di tempo sarà determinato da fattori come la vita utile dell’attività. Le autorità fiscali non ammettono il deprezzamento come spesa aziendale, quindi questo dato non può essere manipolato per ridurre la responsabilità fiscale, per esempio. È consentito uno sgravio fiscale sulla spesa in conto capitale, noto come svalutazione, utilizzando una formula stabilita dal Governo che varia di volta in volta a seconda degli obiettivi economici del momento, per esempio per incentivare la spesa in conto capitale. Altre attività, come i terreni e gli edifici di proprietà, verranno rivalutate di volta in volta, e le giacenze di magazzino saranno registrate al costo o al valore di mercato, a seconda di quale sia il più basso, in linea con il principio del conservatorismo.
Altri metodi di registrazione delle attività
Sebbene il costo alla data di acquisto sia la norma per la contabilizzazione delle attività nelle imprese convenzionali, esistono alcune tipologie di aziende e alcune circostanze in cui si utilizzano altri metodi di registrazione di un dato monetario:
- valore di mercato: di solito viene utilizzato quando un’attività deve effettivamente essere venduta ed esiste un mercato consolidato per quel particolare tipo di attività. Questo potrebbe verificarsi quando un’azienda o una parte di essa deve essere chiusa;
- fair value (valore equo): è descritto come il prezzo stimato con cui un’attività potrebbe essere scambiata tra parti consapevoli ma indipendenti, il cui scambio non è ancora avvenuto e potrebbe non avvenire. Questo metodo è spesso utilizzato nel processo di due diligence, quando a causa di determinate sinergie è possibile fissare ragionevolmente un prezzo superiore al valore di mercato (con conseguente avviamento);
- mark to market: in questo caso il valore di mercato viene calcolato su base giornaliera, di solito da istituzioni finanziarie come banche e agenti di borsa. Questo può portare a drastici cambiamenti di valore in condizioni di mercato turbolente, che richiedono il reperimento di attività aggiuntive, compresa la liquidità, per coprire il calo del prezzo di mercato. Questo metodo è stato criticato per aver contribuito a creare dei buchi neri di liquidità, costringendo le banche a vendere le attività per soddisfare gli obiettivi di liquidità, che a loro volta provocano un abbassamento dei prezzi, richiedendo la vendita di altre attività.
Continuità aziendale
I documenti contabili partono sempre dal presupposto che un’azienda continuerà a operare a tempo indeterminato nel futuro, a meno che non emergano validi elementi che dimostrino il contrario. Ciò significa che le attività dell’azienda sono considerate semplicemente come generatrici di profitto e non come elementi vendibili. Riprendiamo l’esempio della tabella: il secondo anno, il valore netto dell’attività riportato nel bilancio, redatto in base al principio della continuità aziendale, è di 3.000 £. Se sapessimo che l’azienda chiuderà tra poche settimane, saremmo più interessati al valore di rivendita del veicolo piuttosto che al suo valore contabile: il veicolo potrebbe fruttare solo 2.000 £, una cifra decisamente diversa.
Una volta che un’azienda smette di operare, non possiamo realisticamente esaminare le attività allo stesso modo. Non sono più utilizzate all’interno dell’azienda per contribuire a generare vendite e profitti. Il dato più oggettivo è quanto potrebbero fruttare sul mercato.
In pratica, gli amministratori e i revisori devono credere che un’azienda sarà redditizia almeno per i successivi 12 mesi, altrimenti sono obbligati a segnalare il rischio che l’azienda non abbia una continuità aziendale. La storia dimostra che un numero sempre più elevato di aziende riscontra difficoltà di continuità aziendale verso la fine di una recessione. Nell’aprile 2022, KPMG, una delle quattro grandi società di revisione contabile a livello mondiale, si è rifiutata di approvare i risultati finanziari del 2021 del gruppo immobiliare tedesco Adler. La cruda dichiarazione che il revisore non è riuscito a ottenere sufficienti e opportuni elementi probatori di revisione in grado di fornire una base per un giudizio sul bilancio annuale ha costretto l’azienda a sospendere il pagamento dei dividendi, in quanto l’importo del profitto non poteva essere confermato. I sospetti sono stati sollevati nel 2020, quando un informatore ha riferito alle autorità di regolamentazione che un magnate immobiliare austriaco, che aveva presieduto il secondo fallimento immobiliare più grande della Germania all’età di 35 anni, era collegato ad Adler. L’opinione generale è che un’azienda ha maggiori possibilità di sopravvivenza se è sincera sui problemi di liquidità, piuttosto che lasciare che il mercato scopra le difficoltà e, in un’atmosfera di sfiducia, ingigantisca la situazione oltre quanto giustificato dai fatti.
Principio dualistico
Per avere un registro completo di qualsiasi transazione commerciale, dobbiamo sapere sia da dove proviene il denaro sia cosa ne è stato fatto con esso. Non è sufficiente dire, per esempio, che una banca ha prestato a un’azienda 1 milione di euro: dobbiamo dimostrare in che modo quel denaro è stato utilizzato, per esempio per acquistare un immobile, aumentare il livello delle scorte o in qualche altro modo. Consideriamolo come l’equivalente contabile della terza legge di Newton: a ogni forza corrisponde una reazione uguale e contraria. Il principio dualistico è alla base della contabilità a partita doppia.
Il principio di realizzazione
Un responsabile alle vendite particolarmente attento una volta disse che un ordine non si poteva definire tale fin quando il cliente non avesse saldato l’assegno, non avesse utilizzato il prodotto fino a consumarlo e, infine, non avesse mostrato la volontà di acquistarlo di nuovo. La maggior parte di noi conosce venditori molto diversi, capaci di anticipare il più improbabile numero di vendite. Nella contabilità, le entrate sono generalmente considerate guadagnate quando i beni (o i servizi) vengono spediti e la fattura viene inviata. Ciò non ha nulla a che vedere con il momento in cui viene ricevuto un ordine, con il suo grado di affidabilità o con la probabilità che un cliente effettui prontamente il pagamento. È inoltre possibile che alcuni dei prodotti spediti vengano restituiti in un secondo momento, magari per motivi di qualità. Ciò significa che le entrate, e di conseguenza gli utili, possono essere introdotti nell’azienda in un primo periodo, solo per essere poi eliminati in un secondo momento.
Ovviamente, se si riuscissero a stimare con precisione questi resi, si potrebbe apportare una modifica alle entrate di quel momento. Quindi, il dato ricavi delle vendite che si vede nella parte superiore di un conto economico è il valore dei prodotti spediti e fatturati ai clienti nel periodo di riferimento.
Il principio di competenza
Il conto economico si propone di abbinare le entrate e le uscite al periodo di tempo corrispondente. Solo così sarà possibile calcolare realisticamente gli utili di quel periodo. Supponiamo, per esempio, di stare calcolando i profitti di un mese e che in quel momento arrivi la bolletta telefonica trimestrale. Il quadro potrebbe presentarsi come nella prossima tabella.
Esempio di un conto economico mal abbinato.
Conto economico di gennaio, anno 20XX |
|
£ |
|
Entrate derivanti dalle vendite di gennaio |
4.000 |
Meno le bollette telefoniche (ultimo trimestre) |
800 |
Utile al lordo di altre spese |
3.200 |
È evidente che ci sia un errore: innanzitutto, le spese telefoniche di tre mesi sono state abbinate alle vendite di un mese. Altrettanto sbagliato è addebitare alle entrate di gennaio un qualsiasi altro importo che non sia la bolletta telefonica di gennaio. Purtroppo, le bollette di questo tipo raramente sono reperibili al momento della stesura dei conti, quindi in pratica la bolletta del telefono viene accantonata. Il dato (che potrebbe anche essere assolutamente corretto se si disponesse di un sistema di rilevazione) viene incluso come fondo per far fronte a questa passività quando diventerà esigibile.
Le convenzioni contabili
I concetti precedenti forniscono un valido insieme di regole di base, ma restano aperti a una serie di possibili interpretazioni. Nel corso del tempo, è stato raggiunto un approccio comunemente riconosciuto sulle modalità di applicazione di tali principi. Questo approccio si basa sull’utilizzo di tre convenzioni: conservatorismo, materialità e coerenza.
Conservatorismo
I contabili sono spesso considerati dei mercanti di malinconia, sempre inclini ad assumere un punto di vista pessimistico. Il fatto che si debba assumere un punto di vista è la radice del problema. Il principio del conservatorismo prevede che, dovendo scegliere, il commercialista scelga il valore che determinerà un profitto finale più basso. Questo potrebbe significare, per esempio, scegliere il più alto tra due possibili valori di spesa. In pochi si preoccupano se a fine giornata il risultato è più alto rispetto alle stime precedenti. Il contrario non è mai vero.
Materialità
Una rigorosa interpretazione dell’ammortamento di beni materiali potrebbe portare a ogni genere di documentazione burocratica inutile. Per esempio, i temperamatite, le spillatrici e le graffette, teoricamente tutti articoli di immobilizzazione, dovrebbero essere ammortizzati nel corso della loro vita utile. Si tratta ovviamente di un calcolo inutile e, in pratica, questi articoli vengono dedotti al momento dell’acquisto.
Chiaramente, il grado di materialità non è lo stesso per tutte le aziende. Una multinazionale potrebbe non tenere registri meticolosi di ogni macchinario di valore inferiore a 1.000 $. Per una piccola impresa, questa cifra potrebbe raffigurare tutti i macchinari di cui dispone.
Coerenza
Anche con l’aiuto di questi principi e convenzioni, c’è un discreto margine di manovra nel modo in cui si possono registrare e interpretare le informazioni finanziarie. È necessario scegliere i criteri che forniscono il quadro dell’andamento dell’azienda più equo e attenersi a essi. È molto difficile tenere traccia degli eventi di un’azienda che cambia continuamente i suoi sistemi di contabilità. Questo non significa che si debba rimanere bloccati con un metodo per sempre. Ogni cambiamento, tuttavia, è un passo importante.
I regolatori
Gli organi professionali della contabilità, con qualche sollecitazione da parte dei governi, sono responsabili di garantire che i documenti contabili siano conformi a quelle che sono note come GAAP (Generally Accepted Accounting Practices, principî contabili generalmente accettati). Un nuovo elemento, gli International Accounting Standards (principi internazionali di contabilità) sta mettendo in discussione il termine stesso, in quanto le normative GAAP sono state oggetto di interpretazioni diverse nei vari continenti e, di fatto, largamente ignorate in altri.
Il regolamento deve essere rivisto per adattarsi ai cambiamenti nel modo in cui si svolgono gli affari. Per esempio, gli affari internazionali transfrontalieri sono ormai diventati prassi, per cui le norme sulla gestione delle valute e sulla rendicontazione degli utili imponibili nei diversi Paesi devono essere inserite nei bilanci dell’azienda secondo un criterio di coerenza.
Sebbene un laureato MBA non sia tenuto a conoscere tutte le norme, dovrebbe essere in grado di aggiornarsi prima di qualsiasi riunione in cui è probabile che si affronti l’argomento. Si può seguire l’evoluzione delle normative sulla rendicontazione aziendale sul sito web dell’Institute of Chartered Accountants.
Principi internazionali di contabilità
Avere delle normative e delle convenzioni in materia di contabilità è un conto, ma farle adottare e applicare comunemente a livello aziendale, nazionale e temporale è tutt’altra cosa. Sebbene la maggior parte dei paesi delle economie avanzate, in particolare quelli del Nord America e dell’Europa, applichino le normative e, in caso di differenze, cerchino attivamente di armonizzarle, il processo, analogamente alla contabilità stessa, è tutt’altro che perfetto. Per esempio, il 1° aprile 2015, Reuters riportava mercoledì, il comitato incaricato di stabilire le normative contabili per le società pubbliche statunitensi ha proposto un ritardo di un anno per le nuove normative che cambierebbero il modo in cui le società rilevano i ricavi, uno dei dati più importanti nei bilanci aziendali. Attualmente, secondo il Financial Accounting Standards Board, sussistono dei requisiti per la rilevazione dei profitti complessi, articolati e disparati per transazioni e settori specifici. Di conseguenza, i diversi settori riportano il principale singolo dato (i ricavi delle vendite realizzati in un determinato periodo di tempo) con metodiche diverse e incompatibili tra loro. Pertanto, chiunque cerchi di analizzare i dati contabili dovrà confrontare le mele con le pere; certo, sono entrambi dei frutti, ma sono molto diversi tra loro. Il ritardo ha posticipato l’attuazione dei nuovi principi per la rilevazione dei ricavi, approvati nel maggio 2014 e applicabili a partire dal 2018 per le società pubbliche e dal 2019 per le società private.
Le seguenti organizzazioni possono aiutare un MBA a rimanere aggiornato su quest’area tematica:
- Financial Accounting Standards Board è l’organizzazione del settore privato incaricata di definire i principi di contabilità finanziaria che regolano la redazione dei rapporti finanziari da parte delle organizzazioni non governative negli Stati Uniti;
- la Fondazione IFRS è un’organizzazione no-profit indipendente la cui missione è sviluppare un’unica serie di IFRS (International Financial Reporting Standards, principî internazionali di contabilità finanziaria) di alta qualità, comprensibili, applicabili e adottati a livello mondiale, basati su principi chiaramente articolati.
Tutela degli investitori
Dopo che la fiducia nelle aziende statunitensi è stata messa a dura prova da una serie di frodi finanziarie di alto profilo, come Enron e Worldcom, il governo degli Stati Uniti ha introdotto il Sarbanes-Oxley Act. Lo scopo della Legge è eliminare le scappatoie create dalla creatività dei contabili, i quali escogitano sempre modi per sovrastimare i profitti e sottostimare le passività, rendendo così più facile per gli azionisti vedere quanto sia realmente redditizia un’azienda. La legge non si applica solo alle società statunitensi: qualsiasi azienda con azioni quotate su un mercato azionario statunitense e che operi negli Stati Uniti rientra in questo campo. La versione britannica di questa legge è la Companies (Audit, Investigations and Community Enterprise) Act. Per saperne di più sulle norme del Regno Unito, visitate il sito legislation.co.uk. La versione italiana, invece, si può trovare nel Testo Unico della Finanza (TUF).
Questo articolo richiama contenuti da MBA in 30 giorni: finanza aziendale.
Immagine di apertura originale di Dane Deaner su Unsplash.