Le anticipazioni di una ricerca firmata Forrester Resarch in uscita in questi giorni aggiungono perplessità sul prossimo futuro della 3G, ma soprattutto annunciano un nuovo sboom nel mondo ICT. Il 75% degli operatori dell’UMTS non ce la farà.
La ricerca, intitolata “3G – the Reality Check”, ha preso in esame venticinque mobile providers europei. È emerso che gli operatori attendono che in breve tempo il 40% dei loro attuali clienti si convertirà alla telefonia di nuova generazione.
Secondo il rapporto, tuttavia, queste aspettative degli operatori della 3G non sono realistiche. Infatti Forrester sostiene che non si può ambire a una penetrazione superiore al 10% addirittura prima del 2007. Posizioni analoghe sono sostenute anche da Datamonitor, Analysys Consulting e In-Stat/Mdr.
Arrivare per primi, peraltro, non porterà molti vantaggi perché chi lancerà i servizi tra la fine del 2002 e l’inizio del 2003, dovrà scontrarsi con problemi di interoperatività e di bassa diffusione dei nuovi cellulari. Le difficoltà maggiori saranno poi quelle tecniche legate al passaggio dalla 2G alla 3G. Le due tecnologie sono molto diverse. Su tutti questi punti gli operatori hanno inoltre difficoltà a investire, appesantiti dai costi già sostenuti per aggiudicarsi le licenze Umts.
Vodafone – nel Regno Unito – sperimenterà il sistema già quest’anno per un lancio in piena regola nel 2003, O2 rimanda direttamente al 2003 per aspettare una sufficiente diffusione di telefonini e un sistema in grado di supportare tutte le esigenze tecniche. Hutchison 3G (H3G), che non ha un servizio 2G, prevede un lancio limitato alla fine dell’anno e Orange pensa direttamente al 2004. T-Mobile, tra i più prudenti, evita di fissare una data di lancio. La fretta di H3G è evidentemente legata alla necessità di entrare finalmente nel mercato della telefonia mobile.
Analyst Datamonitor evidenzia anche che in questo momento la priorità, più che buttarsi nella nuova generazione, è sfruttare l’interesse dei consumatori per servizi ancora giovani come i messaggini multimediali, che possono essere supportati anche con le reti di generazione precedente.
Forrester Research propone, inoltre, una ricetta per affrontare il mercato della telefonia mobile in maniera redditizia: “bando ai soli contenuti o ai soli servizi di comunicazione, investimenti nella congiunzione dei due servizi”. La filosofia di Forrester si riassume nel concetto di conversational contents: l’unione dei due fattori è in grado di far emergere un operatore sull’altro. Anche perché i contenuti da soli devono fronteggiare la concorrenza di alternative molto più ricche come quelle della semplice radio, della tv, del Web e di altri supporti multimediali. È noto, inoltre, quanto successo la comunicazione audio e testo via telefonino abbia ottenuto in Europa. Bisogna continuare su questa strada intrecciandola a quella dei contenuti, mettendo gli utenti in condizione di comunicare attraverso contenuti multimediali autoprodotti o pronti all’uso.