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Mappe pecorecce

27 Luglio 2016

Mappe pecorecce

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Di tutti i modi per favorire l'orientamento in luoghi poco popolati, gli ovini con fotocamera a 360° sono qualcosa di insolito.

Mai come in queste settimane il tema dei dati geografici è di dominio pubblico e tutto a causa del mostruoso successo di Pokémon Go e di come l’applicazione sfrutta la geolocalizzazione, sollevando a riguardo anche qualche perplessità.

Come saprete, la marcia in più del gioco rispetto ad altri simili (vedi ad esempio il predecessore Ingress) è che ora si sfruttano le mappe e le immagini di Google Maps e Google Street View, rendendo il gioco una vera esperienza di realtà aumentata. Siamo all’inizio di una nuova epoca e chissà nei prossimi mesi in quali posti bizzarri andranno a nascondersi i Pokémon: presto le piazze e le vie principali delle città non basteranno.

Ma proprio tutto il mondo conosciuto è stato mappato e fotografato da Google? Ovviamente no; ci sono strade e parti del mondo in cui le Google Car fanno fatica a passare per ragioni fisiche e dunque rimangono scoperte su Street View. Ricordiamo il caso di Venezia in cui le riprese erano state effettuate da una persona che, portandosi in spalle l’apparecchiatura necessaria, si era girata le calli del centro camminando o salendo su gondole e motoscafi.

In realtà, Google è aperto anche al contributo di volontari che vogliono diventare Google Trekker, cioè persone che, compilando un apposito modulo, chiedono in prestito a Big G l’apparecchiatura necessaria e vanno in giro per sentieri, stradine, vicoli, parchi a raccogliere immagini che poi finiscono nel mastodontico database di Street View.

Tuttavia, dove nemmeno il più audace dei frequentatori di sentieri e mulattiere riesce ad arrivare, arrivano le pecore. Sì, le pecore; questa è stata la soluzione escogitata sulle isole Faroe a seguito di una vera e propria campagna di sensibilizzazione (contraddistinta dall’hashtag #Sheepview360). Come spiega Ansa.it,

sul dorso di una pecora è stata piazzata una fotocamera in grado di effettuare riprese e scatti a 360 gradi, alimentata con un pannello solare, e l’animale è stato lasciato libero di pascolare per le colline delle isole.

Le immagini raccolte, complete di tutti i relativi metadati GPS, vengono trasmesse al cellulare di Durita Dahl Andreassen (coordinatore di Visit Faroe Islands e promotore dell’iniziativa) che le carica su Street View.

Dopo questo intervento ovino-tecnologico sarà quindi possibile giocare a Pokémon Go anche nei parchi e sulle alture delle isole Faroe. E per favore non iniziate a chiedervi se il copyright sui dati raccolti sia della pecora o di Google: abbiamo già parlato di questo tema.

Approfitto dell’occasione per ricordare agli appassionati di neogeografia e di tutte le sue declinazioni che, mentre in Italia è ancora periodo di ferie estive, a Bonn dal 24 al 26 agosto si terrà l’annuale appuntamento con FOSS4GIS: il principale evento europeo sulle tecnologie open source per la georeferenziazione, che l’anno scorso si era svolto a Como.

Il testo di questo articolo è sotto licenza Creative Commons Attribution – Share Alike 4.0.

L'autore

  • Simone Aliprandi
    Simone Aliprandi è un avvocato che si occupa di consulenza, ricerca e formazione nel campo del diritto d’autore e più in generale del diritto dell’ICT. Responsabile del progetto copyleft-italia.it, è membro del network Array e collabora come docente con alcuni istituti universitari. Ha pubblicato articoli e libri sul mondo delle tecnologie open e della cultura libera, rilasciando tutte le sue opere con licenze di tipo copyleft.

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