La presenza di qualche etto in più sul proprio corpo è un fenomeno ampiamente diffuso presso le popolazioni dei paesi sviluppati (nei paesi in via di sviluppo il problema è purtroppo diametralmente opposto).
Da anni tutte le fonti indicano come origine del problema abitudini alimentari erronee, sia in termini di qualità che di quantità dei cibi ingeriti.
Di conseguenza, nella maggior parte dei casi, sarebbe sufficiente rivedere il proprio regime alimentare per alleviare il problema.
Dieta ed esercizio sono però percepite come attività noiose, se non addirittura repellenti. E poi ci manca, a volte, lo stimolo, la motivazione.
Manca dunque nel processo un elemento di fascino, di assistenza… un amico.
Ci viene allora in aiuto un amico elettronico: più che un gadget, una filosofia di vita imbottigliata in una tecnologia.
Si chiama Powerseed ed è una specie di ovetto elettronico che, posto sulla tavola, cambierà (a detta del produttore) il nostro stile di vita.
Quando si dice “slow” food…
Il concetto fondante del Powerseed è semplice: se ingrassiamo è perché mangiamo troppo.
E mangiamo troppo perché mangiamo in fretta.
Mangiando in fretta prendiamo troppa rincorsa e non riusciamo a fermarci in tempo. A smettere di ingerire calorie prima che lo stomaco mandi al cervello il segnale di pieno effettuato e superato.
Siamo sazi, non lo sappiamo (ancora) e continuiamo a mangiare. E ingrassiamo.
Fortunatamente oggi abbiamo l’ovetto semaforico che ci guida durante i pasti.
Ogni 30 secondi la sua lucetta verde lampeggia – ed allora (ma solo allora!) siamo autorizzati a fare un boccone.
Facile, passato il periodo iniziale; anche se non sembra, 30 secondi a tavola sono un’eternità.
Passarli in attesa che il Poweseed decreti che ci meritiamo un altro morso alla costoletta è probabilmente un’esperienza mistica (provare per credere), che fa calare sulla tavola un silenzio denso di concentrazione, degno di un refettorio monastico.
Almeno fino a che il liberatorio segnale non comandi alla truppa seduta al desco di operare un altro movimento coordinato di forchetta.
Se applicato ad una famiglia numerosa, direi che il solo effetto coreografico di un pasto sincronizzato guidato dal Powerseed vale decisamente il costo dell’apparato.
Ogni 5 minuti l’apparecchio emette invece un segnale prolungato, che ci invita a riflettere, a guardarci dentro, ad ascoltarci. A meditare sulla questione cosmica: ho ancora fame oppure no?
Il prodotto è alimentato a batteria ed è quindi portatile: non è però raccomandabile portarlo al ristorante a tutti coloro che non siano dotati di un titanica indifferenza alle reazioni del pubblico.
Più che un prodotto, una filosofia
Come detto prima, il concetto del prodotto è semplice; forse troppo semplice per convincere i potenziali acquirenti.
Ed un ovetto che lampeggia forse da solo non vale i 50 dollari dello scontrino (segnaliamo che è disponibile il pack “lui-e-lei” da 2 unità al conveniente prezzo di 85 dollari, spese di spedizione escluse).
Ecco allora che, in un caso da manuale di marketing degli intangibili, l’inventore trasforma il prodotto in una filosofia, accompagna all’oggetto un ricco manuale di ben 112 pagine, trasforma un gadget in una pratica di vita – anzi riposiziona il gadget come un personal coach; proprio quell’amico, quel supervisore, quell’angelo custode che ci mancava per tornare più leggeri.
Una promessa è una promessa
Nella migliore delle filosofie di marketing vincente, il prodotto è proposto al mercato in modo semplice, facile da capire, con una promessa forte ed accattivante: mangiare di meno sentendosi pienamente soddisfatti, perdere peso senza fare fastidiose diete.
Il Powerseed, infatti promette non solo di farci rallentare e godere maggiormente dei pasti, ma di repellere i pensieri negativi, di calmarci la mente, di tenerci focalizzati sulle nostre decisioni di controllo del peso, di farci sentire meglio con noi stessi.
A me gli occhi please…
Ed allora quello che tutto sommato è un banale temporizzatore diventa una guida spirituale. Che, come indica l’inventore, ci aiuta a focalizzare la nostra attenzione su ciò che mangiamo.
Ci aiuta nel compito più difficile di qualsiasi dieta: gestire la nostra mente, aiutare a calarci (e a mantenere) la consapevolezza – senza avvilupparci nel terribile vortice della “mentalità da dieta”: affamati, ossessionati dal cibo, vincolando l’autostima alla scala cifrata della bilancia.
La chiave è la ricerca di un equilibrio alimentare e cerebrale, di un equilibrio interiore, uno spirito di leggerezza, di accettazione e di moderazione… raggiungibile con poche decine di dollari, accogliendo nella propria famiglia l’oggettino lampeggiante.
I sette anni che l’inventore afferma aver investito nello sviluppo del prodotto sono stati una lunga attesa, ma ne valeva la pena.
Per stima e rispetto alla sua illuminazione compreremo allora il prodotto e attenderemo sereni i 30 secondi tra una forchettata e l’altra, in una sublima indifferenza zen al progressivo raffreddamento del nostro irripetibile Quasi de Veau Rôti en Cocotte avec Légumes en Sifflets Liés d’un Beurre d’Escargot (fortemente voluto dalla nostra signora moglie, fresca di lettura dell’encomiabile libro The French Diet: Why French Women Don’t Get Fat).