Una delle caratteristiche distintive di molte nuove tecnologie è la loro natura totalizzante. Rinunciare a comodità come la posta elettronica o, più banalmente, il fax attualmente potrebbe sembrare impossibile: gli utenti percepiscono questi servizi come dovuti e irrinunciabili e, a quanto pare, reagiscono rabbiosamente quando si trovano nell’impossibilità di comunicare tramite e-mail.
Lo rivela una ricerca di Dynamic Markets, che per conto di Veritas ha svolto un’indagine sia negli Stati Uniti che in Europa, registrando il livello di insofferenza degli utenti nei confronti dei malfunzionamenti dei sistemi di posta elettronica. Lo studio ha coinvolto numerosi lavoratori del terziario, che utilizzano l’e-mail come mezzo privilegiato di comunicazione.
I risultati sono stati sorprendenti: oltre il 20% degli interpellati perde la calma e si innervosisce non appena la posta smette di funzionare. Si tratta di una reazione istantanea davvero notevole, che coinvolge una buona parte dell’utenza. Circa il 33% del campione resiste non più di 15 minuti, dopo di che perde la pazienza. Un secondo terzo del campione si agita entro mezz’ora. Entro un’ora l’82% degli interpellati entra in stato di agitazione tangibile, a due passi da una rivolta impiegatizia.
Ciò che ha sorpreso gli analisti, oltre all’irascibilità tecnologica degli impiegati, è la sostanziale identità di reazioni tra europei e statunitensi, con i primi che si sono dimostrati lievemente più calmi dei secondi: ma si tratta di differenze minime.
Il dato eclatante che scaturisce dalla ricerca, tuttavia, riguarda la considerazione che i lavoratori hanno del servizio di posta elettronica. Il 60% circa degli interpellati ha affermato che il proprio lavoro può essere seriamente minacciato dai malfunzionamenti dell’e-mail. La ricerca, addirittura, rivela che, per il 37% del campione un’intera settimana senza posta elettronica sul lavoro comporterebbe un trauma pari solo a un divorzio o a un trasloco.