Tra una settimana il giovane pirata informatico canadese conosciuto come Mafiaboy, conoscerà la sentenza del processo che lo vede accusato di crimini informatici.
L’accusa, infatti, ha individuato lui come responsabile dell’ondata di attacchi contro potenti siti americani della new economy, come CNN.com, Yahoo!, eBay, Amazon e Dell.
Questo ragazzino, secondo gli avvocati delle vittime, sarebbe costato circa 1,7 miliardi di dollari, una cifra contestata dalla difesa.
Difesa alla quale è stata proposta l’ammissione di colpa, che non solo permetterebbe di evitare un processo che minaccia di essere lungo e molto tecnico, ma che spingerebbe l’accusa, come contropartita, a ritirare una decina dei 67 capi d’accusa per pirateria contestati al giovane.
Dopo i cicli di udienze, le due parti si ritroveranno mercoledì prossimo davanti al giudice per presentare le loro argomentazioni.
Gli avvocati delle compagnie dovranno provare l’ampiezza del danno, mentre la difesa tenterà di fare un ritratto dell’adolescente, dimostrando che non è un criminale incallito.
Mafiaboy, la cui identità non può essere rivelata per la legge canadese sui giovani accusati, rischia un massimo di due anni di prigione e un’ammenda di mille dollari canadesi (circa 600 dollari americani). Una sentenza esemplare perché sia da monito per altri giovani, come ha espresso il procuratore canadese che sostiene l’accusa.