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L’Umts e il futuro di Internet

07 Febbraio 2000

L’Umts e il futuro di Internet

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L'Universal Mobile Telecommunications System sarà la tecnologia base della terza generazione dei telefoni cellulari. Ma anche una nuova piattaforma per Internet

Si avvicina per il nostro Paese il momento dello sbarco della tecnologia Umts. Per capire quanto ricco si preannunci il business di questo settore è sufficiente osservare la ressa che si è creata intorno alla gara per le concessioni.

Il ministero delle Telecomunicazioni ha da poco reso note le norme che regoleranno le frequenze sulle quali correranno i dati dai cellulari abilitati ad una velocità potenziale di 384 Kilobit al secondo (ma già si prevede che si arriverà presto a 2 Megabit) e ora si attende di conoscere i nomi degli operatori ai quali verrà concessa la licenza di operare sul nuovo standard. L’offerta di servizi partirà, però, solo dal gennaio 2002.

I cellulari Umts sono definiti di terza generazione e seguono la prima fase della telefonia mobile, basata sulla tecnologia Tacs, e quella attuale basata sul sistema GSM. Il nuovo standard a banda larga si basa su una catena di impianti di ricezione terrestri e sulla W-Cdma (Wideband-Code division multiple access).

Consente di svolgere attività finora precluse agli strumenti di telefonia mobile. Innanzitutto assicurerà una qualità di ascolto analoga a quella della telefonia fissa, eliminando i fastidiosissimi e numerosi disturbi dei Gsm. Vi sarà poi la possibilità di accesso a banche dati online, trasmissione di programmi televisivi e radiofonici e di conferenze via satellite, possibilità di inviare e ricevere messaggi video e audio, giochi interattivi e shopping online.

Tutto ciò rappresenterà un notevole passo avanti anche del nostro Paese in direzione della multimedialità, seguendo una tecnologia che negli Stati Uniti l’AT&T ha già sperimentato da tempo con successo. Se Umts sarà all’altezza delle aspettative si prevede una positiva ricaduta sul piano occupazionale con la possibilità di nuove assunzioni per circa trecentomila persone. Il telefonino Umts potrebbe anche, finalmente, consentire all’Italia il vero boom di Internet e dei servizi di e-commerce, finora piuttosto arretrati anche a causa della scarsa diffusione dei computer nelle famiglie italiane.

I primi a interessarsi alla nuova tecnologia Umts sono stati gli attuali gestori della telefonia mobile, anche se il ministro Cardinale ha già fatto sapere che la gara per le concessioni non partirà da situazioni di privilegio per chi già opera nel settore, ma sarà aperta ad ogni offerta qualitativamente valida.

Tim ha già sperimentato lo scorso novembre la prima telefonata attraverso il sistema Umts, ricavandone un’ottima impressione. Anche Omnitel, Blu e Wind non stanno a guardare e hanno annunciato di avere pronti programmi all’avanguardia nel settore. Tiscali, invece, ha deciso di creare in collaborazione con l’ex numero uno della Telecom, Bernabè, una nuova società, Andala, con l’obiettivo proprio di entrare nella corsa alle concessioni. Ma anche altri grossi colossi industriali hanno deciso di partecipare alla gara.

La famiglia Agnelli, dopo lo sbarco in rete con il portale CiaoWeb, ha di fatti deciso, attraverso la Ifil, di entrare in un consorzio a sei del quale fanno parte anche EBiscom (la società che opera nell’information technology diretta dal tandem Scaglia- Micheli), Pirelli (che nel business della rete ha deciso di investire, stipulando proprio negli ultimi giorni una partnership con l’americana Cyco Sistem), la Banca di Roma, Planetwork (escluso dalla gara per il quarto gestore a vantaggio di Blu) e la Securfin (la finanziaria della famiglia Moratti).

Il gruppo, denominato Dix.it, sarà operativo solo se avrà successo l’offerta di operare nella nuova tecnologia e solo a partire da quel momento sarà possibile conoscere se la partecipazione dei vari gruppi fondatori sarà paritetica o meno. Per tutti il sogno è di partecipare a quello che da più parti è stato definito il business del ventunesimo secolo e che, secondo le previsioni, porterà nell’arco di pochi anni a un rinnovo quasi totale del parco telefonini in Italia.

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