C’è stato dibattito sulle motivazioni e soprattutto sulla convenienza da parte di Microsoft di acquistare Mojang, la software house nata per supportare Minecraft, alla cifra di due miliardi e mezzo di dollari. Tanti, per un gioco.
Si sono scomodate le community, i cinquantaquattro milioni di copie vendute ad altrettanti giocatori e determinano l’effetto rete, l’utilizzo dei capitali Microsoft all’estero (meglio acquisire aziende straniere che farli rientrare in USA e sottoporli a un pesante prelievo fiscale) eccetera. Un buon esempio di queste analisi è l’articolo di Larry Dignan su ZDNet.
La vera ragione sta nella creatività a tratti ormonale, a volte fine a se stessa, a volte travolgente e geniale che Minecraft riesce a suscitare. La notizia della mappa dell’Inghilterra riprodotta con i cubi ha ricevuto un aggiornamento, e anche la mappa:
Creata da Ordnance Survey, la mappa originale ricreava 224 mila chilometri quadrati di territorio con oltre 22 miliardi di cubi. Quella aggiornata ne usa 83 miliardi, ognuno dei quali rappresenta 25 metri di suolo inglese. Una mappa così dettagliata che […] le persone possono ritrovare la propria abitazione dentro il gioco.
Già scrivevamo delle implicazioni di queste imprese, a partire da quella probabilmente più banale e ovvia, la didattica. E poi c’è l’atto creativo: la realizzazione di una calcolatrice scientifica dentro Minecraft faceva sensazione un paio di anni fa.
Oggi siamo alla creazione di un disco rigido capace di contenere un kilobyte di dati oppure quattro kilobyte. L’autore di uno degli exploit puntualizza da sé la completa inutilità pratica del progetto: tempo medio di ricerca del dato? Non chiedetemelo. Ma come disse l’alpinista Edmund Hillary, le montagne si scalano perché sono lì.
In Minecraft è stato anche costruito un rudimentale, eppure funzionante gioco di piattaforma bidimensionale. In principio nulla vieterebbe di creare Minecraft dentro Minecraft, per quanto le risorse informatiche necessarie siano ancora lontanissime dalla disponibilità media.
La conclusione del dibattito è che Microsoft ha speso due miliardi e mezzo di dollari per acquisire un ambiente di potenzialità creativa illimitata, accattivante e riuscito nell’esperienza che offre. Tanti soldi per un gioco, pochi per un mondo.