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L’Iran chiude l’accesso a migliaia di siti illegali

13 Maggio 2003

L’Iran chiude l’accesso a migliaia di siti illegali

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Le autorità iraniane stanno per vietare molte decine di siti politici, pornografici e di radio americane che trasmettono in persiano. “Un centinaio di siti illegali sono bloccati – ha annunciato …

Le autorità iraniane stanno per vietare molte decine di siti politici, pornografici e di radio americane che trasmettono in persiano.

“Un centinaio di siti illegali sono bloccati – ha annunciato il ministro delle Poste e telecomunicazioni, Ahmad Motamedi a un giornale iraniano – Ci sono dei siti che insultano le credenze di diverse religioni”.

Il numero dei siti bloccati, in realtà, sarebbe maggiore, secondo una parte della stampa, quella più riformatrice.
Questi divieti arrivano in un periodo di chiusura dei conservatori, sotto pressioni interne ed esterne.

L’agenzia di studenti Isna, citando il responsabile di un’azienda di fornitura di accessi che ha chiesto l’anonimato, afferma che le poste hanno mandato ai fornitori di accessi una lista di 15 mila indirizzi di siti vietati, incaricandoli di bloccarne la lettura.

“Abbiamo ricevuto al lista di circa 2 mila siti di cui dobbiamo limitare l’accesso”, ha dichiarato alla AFP un responsabile di una società di servizi online.

La maggior parte dei siti sono pornografici, ma non mancano quelli a carattere politico.
Molti dei siti vicini alle posizioni dei riformatori sono stati bloccati, così come quelli di radio americane come Voice of America (VoA) e Iran Farda, considerate dalle autorità come strumenti di propaganda americana contro il regime islamico.

Questo atto, fa parte di una più vasta campagna dei conservatori contro Internet.
Solo la settimana scorsa, la giustizia iraniana aveva annunciato la creazione di un dipartimento speciale incaricato di occuparsi dei crimini commessi su Internet.

Il procuratore generale dell’Iran, l’ayatollah Abdul-Alì Namazi aveva dichiarato che gli autori di testi pubblicati su siti Internet creati in Iran “devono rispettare il quadro della Costituzione e della legge sulla stampa”, altrimenti rischiano di essere portati in giudizio con la possibilità che gli siano comminate dure condanne al carcere.

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