Arriva l’afa estiva, ma il treno open source non rallenta la sua corsa. Almeno al di fuori dei confini italici, tralasciando per stavolta il tipico andirivieni d’oltreoceano. Le notizie più recenti e interessanti arrivano infatti dalla scena europea, in particolare da Londra e Parigi.
Da quest’ultima sede giunge l’annuncio del prossimo lancio in borsa di MandrakeSoft. A partire dal 30 luglio, la società sarà ufficialmente quotata nel mercato Marché Libre dell’Euronext parigino. Già avviata la vendita al pubblico di pacchetti azionari corrispondenti al 20 per cento della proprietà. Obiettivo: tirar su circa 3,7 milioni di dollari (pari a oltre 680.000 titoli a 5,41 dollari ciascuno, ovvero 6,20 euro). Operazione mirata ad espandere ulteriormente la presenza dell’azienda francese sul mercato globale, dove già rientra tra i primi cinque distributori. Invece a Londra, nel corso dell’annuale LinuxExpo, sono stati presentati gli ultimi arrivi nel mondo open source. Si tratta in particolare di strumenti ad hoc per un più rapido ed efficace sviluppo del software (vedi Bordland), insieme ad una serie di applicativi più sofisticati mirati agli ambiti più richiesti, server high-end e workstation, IBM in testa.
Fondata a Parigi nel 1998 come progetto volontario basato sull’integrazione tra la versione Linux di Red Hat e l’interfaccia KDE, MandrakeSoft si è subito messa all’inseguimento della stessa Red Hat, il cui rapido successo va principalmente addebitato al fatto d’esser riuscita a farsi notare ed entrare a Wall Street (con i relativi finanziamenti) assai prima della fase calante della new economy. Non è certo un caso che questa repentina discesa abbia costretto nei mesi altri importanti contendenti USA — Lineo, LynuxWorks, Linuxcare e Turbolinux — a desistere dall’avviare le pur annunciate IPO (Initial Public Offering). Muovendosi più quietamente nel mercato europeo, MandrakeSoft ha poi conquistato sempre maggior spazio, tant’è che oggi gli esperti la mettono al medesimo livello di Caldera International, Turbolinux e la tedesca SuSE — il pool di immediati inseguitori alle spalle di Red Hat. “Pur di fronte al consolidamento del mercato anche per Linux, MandrakeSoft si pone come una delle poche aziende in grado di sopravvivere, nonostante Red Hat sia divenuto lo standard de facto in ambito commerciale,” rilevano gli analisti del Giga Information Group. Aggiungendo come la versione Linux distribuita dalla società francese risulti molto popolare tra i programmatori e quanti altri siano alla ricerca di software per desktop diverso dai prodotti soprattutto mirati ai server offerti da Red Hat.
A questo punto della sua crescita, tuttavia, MandrakeSoft si trovava di fronte al tipico impasse finanziario, o meglio al tentativo di fare il grande salto verso una maggiore espansione, per non limitarsi soltanto alla vendita degli attuali prodotti. Ne consegue la necessità di reperire con rapidità una buona somma di contante: ecco quindi l’ingresso in borsa, fermo restando i pro e contro della piazza parigina ancora non regolata secondo gli standard USA. L’operazione dovrebbe anche consentire di superare il flop della strategia avviata lo scorso anno dall’allora CEO statunitense Henri Poole, il quale aveva deciso di emulare alla grande la stessa Red Hat nell’offerta di servizi e software per server, tralasciando le applicazioni per desktop. Una scelta che, insieme all’acquisizione alcuni mesi addietro della Coursemetric di Berkeley per entrare nel settore educativo, contribuì non poco ad una perdita complessiva pari a quasi 12 milioni di dollari dal settembre 99 al marzo 2001 (tre volte il volume dei guadagni riportati nello stesso periodo). Licenziato Poole e i 30 impiegati connessi alla strategia in campo educativo, MandrakeSoft rimane tuttora fedele alla vendita di servizi quali training e installazione. Pur puntando però ad ampliare e differenziare la produttività, per non perdere terreno dal gruppo dei migliori a livello mondiale. Anche perché il 70 per cento dei ricavi registrati da MandrakeSoft nel biennio 1999-2000 sia dovuto dalla partnership con l’editore MacMillan che ne distribuisce la versione Linux oltreoceano. Mentre per il 2001 le copie vendute tramite quest’accordo ha già coperto il 51 per cento del fatturato generale della società francese.
Passando all’edizione londinese di LinuxExpo, da segnalare l’ottimo passo avanti compiuto da Kylix, ambiente di sviluppo lanciato da Borland a inizio anno. Primo ad usare il sistema RAD (rapid application development), il pacchetto rende semplice la messa a punta di programmi sia in Windows sia sotto Linux, facilitandone in particolare il passaggio da un ambiente all’altro. Grazie a Kylix si può sviluppare del software in Delphi, il linguaggio di programmazione di Bordland in diretta competizione col Visual Basic di Windows, per poi riconvertirlo rapidamente in modo girare efficacemente su Linux.
IBM ha presentato alcune soluzioni mirate all’incremento delle prestazioni dei sistemi Linux per computer high-end usati all’interno delle grandi aziende. Tra questi troviamo JFS 1.0, che offre un file system in grado di controllare la modalità d’archiviazione dei file; e un nuovo software capace di sveltire il lavoro della CPU nelle strutture multi-PC sempre più in voga in società medio-piccole. A conferma del grosso impegno assunto nel settore, ancora IBM ha mostrato alla Expo un orologio ad polso pluri-funzioni che gira su una versione ridotta del sistema open source.