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Linux tiene duro e rilancia

31 Maggio 2000

Linux tiene duro e rilancia

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Bilancio positivo per VALinux e buone promesse su altri fronti. Ancora in discesa Corel

Sembrano incoraggianti i segnali di fine maggio sul fronte Linux. Intanto, a livello business, più che positivo bilancio trimestrale presentato da VALinux. A tutto il 28 aprile, data di chiusura del terzo trimestre fiscale 1999-2000, l’azienda ha riportato entrate lorde pari a 34,6 milioni di dollari. Il 71 per cento in più rispetto al trimestre precedente (20,2 milioni) e addirittura il 710 per cento superiore al medesimo periodo dell’anno precedente. Elemento forse ancor più importante nelle prospettive a lungo termine, la chiara diminuzione delle perdite nette: appena 4,5 milioni di dollari contro i 6,3 milioni del trimestre precedente. Come conseguenza, il valore di ogni azione è sceso di soli 13 cent, invece dei 23 cent previsti dagli analisti. Dati che, ben oltre la tipica freddezza delle cifre, misurano il polso del trend in atto. Un trend che ha fatto quasi esultare di gioia Larry Augustin, CEO di VALinux: “un trimestre fantastico quasi sotto ogni aspetto.” Gli hanno fatto subito eco gli esperti finanziari della Deutsche Bank, definendolo un “trimestre dirompente.”

Gli stessi esperti hanno però puntato l’indice sulla necessità per VALinux di ampliare i propri servizi in ambito professionale. Generalmente è proprio quest’ultimo che “offre opportunità di margini più elevati,” ha dichiarato un analista dell’agenzia W.R. Hambrecht. Infatti nel bilancio trimestrale le entrate relative ai servizi toccano una quota ancora modesta, 1.5 milioni, il 4,2 per cento del totale. Anche se è vero che tali cifre portano attivo l’unità dedita alla fornitura di servizi per conto terzi, i margini già risicati sono destinati a scomparire con i previsti investimenti per l’ampliamento dei programmatori stipendiati. Attualmente la forza lavoro raggiunge 60 unità e si appresta ad accogliere i primi team europei. Insieme all’avvio di uffici in Gran Bretagna e Germani, con punti-vendita indipendenti già aperti in Francia, Svizzera, Olanda.

In ogni caso l’azienda prevede di dedicarsi con maggior vigore all’offerta di servizi a valore aggiunto, quali personalizzazione e consulenza. Al momento questi riguardano essenzialmente progetti di traslazione del software da Windows NT a Linux e di hosting della programmazione open-source. Non a caso le maggiori entrata di VALinux arrivano tuttora dalla vendita di hardware, macchine basate sui chip Intel che girano su Linux come sistema operativo (preinstallato). Da notare che le prossime produzioni usufruiranno dei nuovi chip Itanium, come promesso a suo tempo da Andy Grove, boss di Intel. Quest’ultima ha fatto i salti mortali pur di venire incontro alla comunità globale dell’open source, garantendo in tempo la disponibilità di tali chip tutti nuovi e iperveloci. In ogni caso, circa il 77 per cento dell’attività commerciale di VALinux è concentrato sulla vendita di macchine per infrastruttura di Internet, soprattutto server Web. Un business, com’è facile da capire, in chiara ascesa per la tendenza in salita dell’e-commerce. Maggior cliente è Akamai, società che si occupa di accelerare la visualizzazione dei siti. Questa garantisce il 20 per cento degli incassi di VALinux, mentre tra gli altri acquirenti importanti si trovano Deja.com e Doubleclick.

Un ultima nota riguarda gli effetti trainanti delle recenti acquisizioni di VALinux. La tecnologia di TruSolutions porterà alla messa a punto di nuovi modelli di server, mentre NetAttach aprirà il mercato dei supporti per l’archiviazione. Tra questi, ha spiegato ancora Larry Augustin, si punta parecchio sul cosiddetto “network-attached storage”, in pratica un hard disk da collegare direttamente al network per espanderne rapidamente la capacità d’immagazzinamento dati. Tutto ciò insieme al traffico sempre assai sostenuto garantito dai siti del gruppo Andover, acquistato mesi addietro e dove svettano Slashdot e Freshmeat, per un totale complessivo di 70 milioni di pagine visitate ogni mese.

Mentre dunque il futuro pare tingersi di rosa per VALinux, pur con le azioni in leggero ribasso fissate sui 38 dollari, rimane critica la situazione di Corel. Disdetta la prevista fusione con Borland/Inprise per il negativo riscontro del mercato borsistico, la società canadese è sul punto di liquidare buona parte dello staff. Sulle attuali 500 persone, inclusi studenti e personale part-time, sembra ne verranno licenziati circa un terzo, per un taglio ai costi annuali intorno ai 30 milioni di dollari. Altri 10 milioni verranno risparmiati riducendo drasticamente le inserzioni pubblicitarie. Al contempo, starebbero per arrivare infusioni di contante dell’ordine di 10-20 milioni di dollari da parte di alcuni investitori. Una strategia complessiva mirata ad evitare il concreto rischio di trovarsi con le casse prosciugate già il prossimo luglio, effetto primario del mancato accordo con Borland/Inprise. Per rialzare il morale piuttosto basso di dirigenti e soprattutto del personale, nei giorni scorsi il CEO Michael Cowland si è lanciato in dichiarare ottimiste: “Non è la prima volta che affrontiamo periodi turbolenti, e siano molto molto fiduciosi. Una volta superata questa fase un po’ nebulosa, torneremo in forma smagliante.”

Altre note positive riguardano i 20 milioni di investimenti ottenuti da VMware, società apprezzata per via del suo software che consente di far girare sia Linux sia Windows sulla medesima macchina. In tal modo i programmatori possono utilizzare un solo computer per effettuare test su siti Web visualizzati contemporaneamente dal lato server e da quello client. La cordata di investitori è guidata da nomi quali Dell Computer e Goldman Sachs Group. Il software di VMware, i cui primi prodotti sono apparsi sul mercato lo scorso anno, supporta Linux, la versione Intel del Solaris di Sun Microsystems, Windows NT, Windows 2000, FreeBSD.

Da segnalare infine l’annuncio della fusione tra due dettaglianti, LinuxMall e Linux Store. Valore attuale dell’operazione, circa 35 milioni di dollari. Obiettivo è diventare la prima società borsistica del giro Linux a registrare bilanci positivi. Da qualche tempo LinuxMall, con quartier generale in Colorado, era alla ricerca della spinta giusta per operare il gran salto dell’IPO. L’operazione le consente di dar man forte a Linux Store (con base in Arizona), già presente nel bulletin board ufficioso del Nasdaq, al momento con quotazione di 2,13 dollari per azione. La nuova entità opererà sotto il nome di LinuxMall, con uno staff composto da 112 impiegati ed entrate totali previste di 25 milioni di dollari. Dati che pongono il nuovo distributore Linux appena un gradino al di sotto delle attuali società presenti a Wall Street, da Red Hat a Caldera.

In definitiva, pur nei tipici alti e bassi del mondo high-tech, una serie di buone promesse per l’avventure estive del pinguino.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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