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L’intelligenza collettiva della rete passa per il wiki e gli open media

22 Dicembre 2005

L’intelligenza collettiva della rete passa per il wiki e gli open media

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Wikipedia è valida quasi quanto la Britannica, sostiene Nature, mentre prosegue il dibattito online dopo le gaffe dell’enciclopedia aperta

Wikipedia è accurata quasi quanto l’Encyclopedia Britannica negli articoli di carattere scientifico. Lo sostiene la prestigiosa Nature in un recente pezzo online, dopo un attenta analisi dei rispettivi materiali.

Prima rivista scientifica che è ricorsa al classico sistema peer-review per confrontare tra le due entità, Nature spiega infatti che, dopo aver verificato 42 articoli analoghi, ha riscontrato una media di quattro errori o omissioni nell’enciclopedia aperta, rispetto ai tre della più prestigiosa controparte. Mentre entrambe presentavano quattro “errori seri” a testa, ovvero l’errata interpretazione di concetti importanti.

Gli esperti inglesi hanno poi trovato parecchie annotazioni equivoche o poco accurate in generale: 162 per Wikipedia e 123 per la Britannica.

Risultati che, sottolinea la testata scientifica inglese, possono apparire “sorprendenti, considerando come vengono scritti gli articoli di Wikipedia”, ma che secondo il suo fondatore dimostrano invece le potenzialità del progetto.

“Il nostro obiettivo è raggiungere la stessa qualità della Britannica, o anche migliore”, ha aggiunto Jimmy Wales. Spiegando inoltre come l’accuratezza del progetto varia, alquanto comprensibilmente, vista la natura del tutto volontaria degli autori, a secondo dell’argomento, con punte forti per tecnologia e pop culture e invece più di qualche buco in temi quali arti e scienze umane (come gli aggiornamenti sui vincitori di premi Nobel per la letteratura).

Intanto, la sua creatura continua a crescere: 3,7 milioni di articoli in 200 lingue diverse nei circa 4 anni di vita, diventando il 37.mo (37°) sito visitato sull’intera Internet, secondo dati dell’agenzia Alexa.

Notizia notevole, lo studio di Nature, soprattutto perché arriva in un momento alquanto delicato per Wikipedia, accusata recentemente di scarsa attendibilità, soprattutto per via di un articolo (rimasto inalterato per circa quattro mesi) in cui si insinuava il coinvolgimento di John Seigenthaler Sr., segretario di Robert Kennedy nei primi anni ‘60, nell’assassinio di John F. Kennedy e dello stesso fratello Robert.

Ultimo in una serie di entries poco accurate o addirittura fasulle che, secondo alcuni critici, vanno mettendo a nudo la scarsa credibilità non solo del progetto lanciato da Jimmy Wales, ma per estensione dell’intero modello cooperativo su cui si basa per definizione, quello avviato dall’open source nel campo del software.

Secondo Nature, tuttavia, simili “incidenti di alto profilo sono l’eccezione piuttosto che la regola”.

E in attesa di ulteriori meccanismi per assicurare che ciò non si ripeta in futuro, un portavoce della Britannica ha apprezzato l’iniziativa di Nature perché “mette in risalto cose o errori che altrimenti non riusciremmo a notare”, lodando altresì l’enciclopedia libera per la capacità di seguire con tempestività e attenzione soggetti alquanto inusuali quali “extreme ironing”, nuovo sport estremo che consiste nello stirare vestiti in luoghi remoti e impossibili. Pur se in passato i dirigenti avevano pubblicamente criticato il modello e la qualità di Wikipedia, mentre il presidente Jorge Cauz ribadisce: “l’articolo di Nature sostiene che Wikipedia ha un terzo di errori in più della Britannica”.

Nel frattempo, oltre a commentare su questa indagine-confronto, una parte del mondo online rimane impegnata a seguire gli sviluppi del caso che ha visto coinvolto John Seigenthaler Sr (la cui vicenda è giunta anche sulle pagine del New York Times).

C’è anzi chi ha svolto rapide indagini online onde individuarne il responsabile, finora anonimo: dal Texas, Daniel Brandt svolge un compito comunque importante, quello di supercontrollore di Wikipedia, oltre che di Google, con interventi spesso controversi, attacchi personali o al limite della paranoia, pubblicati, rispettivamente, su Wikipedia Watch e Google Watch. Le sue investigazioni hanno così spinto il “colpevole”, Brian Chase, di Nashville, Tennessee, a recarsi nell’ufficio di Mr. Seigenthaler per scusarsi personalmente.

Interessanti anche i consigli atti a incrementare la credibilità di Wikipedia, almeno secondo Brandt, che considera il modello stesso carico di difetti da correggere al più presto. Suggerendo, ad esempio, di rendere meno anonimi gli inserimenti, rendendo sempre e comunque visibili a tutti il log-in, l’e-mail e l’indirizzo IP del computer da cui si collegano i vari utenti. Oltre a limitare le correzioni su articoli potenzialmente controversi, quali le biografie di persone viventi, mettendoli in una “sandbox” cui hanno accesso solo gli utenti registrati.

E anche altri che si dichiarano forti sostenitori delle strutture aperte, spiegano come non in tutti i temi dello scibile umano sia possibile usare i metodi del software alla Linux. Proponendo soluzioni quali gerarchie o comitati di revisori composti sempre da volontari ma in qualche modo “accreditati” dalla comunità nei rispettivi campi di competenza.

Infine, c’è chi replica come quegli aggiustamenti tecnici in realtà possano rivelarsi insufficienti o essere aggirati con estrema facilità, mentre il “processo wiki funziona bene proprio perché è possibile modificare direttamente gli articoli”.

Critiche e suggerimenti, a scanso di equivoci, non di rado motivati e ben conditi da personalismi o arrivismi, ma che, se discussi alla luce del sole, non possono non portare giovamento all’intelligenza collettiva della rete – oltre che beneficiare qualsiasi progetto aperto e collaborativo.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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