Una delle componenti meno evidenti ma più efficaci nel mondo del web è quella utilizzata per mirare la pubblicità sugli utenti. L’analisi dei comportamenti viene compiuta collezionando ed analizzando quante più informazioni possibili sulla navigazione degli utenti e queste informazioni sono in gran parte impastate nei ben noti biscottini.
Il Web Privacy Census è un progetto di ricerca della facoltà di giurisprudenza dell’Università di Berkeley. Scopo del progetto è misurare nel tempo lo stato della privacy e del tracciamento dei navigatori. I risultati delle misure condotte a metà maggio non sorprendono: la totalità dei 100 maggiori siti traccia ampiamente le attività dei propri visitatori. L’armamentario dispiegato va dai tradizionali cookie, anche di terze parti, oltre a tecniche di local storage permesse da HTML5 o flash cookie (in evidente diminuizione).
In tempi di discussioni su funzionalità come Do Not Track e sulle sue variegate interpretazioni, ma soprattutto di sempre crescente attenzione per la privacy da parte dei politici, ricerche come questa sono particolarmente utili a comprendere l’estensione del problema.
Molto interessante anche il fatto che negli stessi giorni sia stato pubblicato da ProPublica un articolo nel quale si racconta di come Microsoft e Yahoo! vendano alle organizzazioni politiche informazioni personali dettagliate sui navigatori, comprensive di indirizzi nel mondo reale. Le aziende replicano che non sarebbe esattamente così ma in molti hanno notato l’incredibile precisione delle pubblicità a sfondo politico erogate negli Stati Uniti. Un caso per tutti: la precisione della campagna pubblicitaria di Mitt Romney sul Web, descritta dal New York Times. L’anonimità sbandierata dei dati è diventata una specie di coperta di Linus:
Rather than buying ads on specific Web sites, the Romney campaign sees greater value in buying audiences – which remain anonymous, identifiable only by a numeric code – that are built through careful analysis and predictive behavior modeling.
Le aziende che operano in questo mercato, come Target Victory, sono piuttosto esplicite, come si può leggere nell’articolo del Times:
Targeted Victory says that people who see audience-specific Romney ads engage with them at a rate three to five times higher than they do with a standard ad.