Una situazione che può apparire quasi paradossale se si pensa che, proprio Napster, è stato a lungo il nemico giurato di questo mercato, prima di diventare uno degli attori della sua rinascita, resa possibile dalle nuove soluzioni realizzabili grazie alla sinergia con il digitale.
Un paradosso che illustra perfettamente la situazione della musica digitale e alimenta i dibattiti sul modo in cui questa sarà acquistata dagli utenti: a brano tramite i siti di vendita di musica online, il modello oggi maggioritario, oppure a forfait illimitato previa sottoscrizione, come nel caso dei nuovi e-commerce di settore?
I consumatori affluiscono sui siti di download legale e a pagamento di musica online, questo è un dato di fatto. Questi ultimi hanno infatti rappresentato l’1% del fatturato totale dell’industria musicale nel 2004, e gli osservatori ritengono che questa percentuale potrebbe raddoppiare nel 2005, fino a raggiungere il 25% entro cinque anni.
I servizi che si basano sul principio della sottoscrizione a forfait, come Napster o Rhapsody, controllata da RealNetwork, propongono all’utente un accesso illimitato a una collezione di brani immensa, il tutto grazie a un abbonamento mensile rinnovabile.
Questo modello fa concorrenza a quello sviluppato da altri siti di vendita di musica online, tra cui spicca il leader di settore iTunes di Apple Computer che ha fatto fortuna vendendo canzoni singole, contando soprattutto su una forte integrazione con il suo lettore portatile di musica digitale iPod.