La notizia è di quelle che fanno sensazione, ma non negli ambienti specializzati: è possibile piratare i chip SIM dei telefoni GSM.
A farlo sono stati alcuni ricercatori dell’IBM, grazie a un nuovo metodo che renderebbe più rapida la manipolazione.
Il metodo si può riassumere nell’adagio “se non posso passare dalla porta, passo dalla finestra”. Così hanno agito i ricercatori per verificare i punti deboli delle tecnologie a protezione dei chip dei telefoni cellulari.
Dunque, non hanno attaccato direttamente il chip, ma hanno studiato le loro emanazioni elettromagnetiche.
Mettendo insieme gli studi sul consumo elettrico dei chip per GSM e sul loro campo magnetico, gli ingegneri IBM hanno trovato il tallone d’Achille, la chiave criptata che serve per l’identificazione in una rete di telefonia mobile.
Un’operazione che ha preso solo pochi minuti e non ha bisogno di utilizzare sofisticati algoritmi che servono a decodificare i dati all’interno del chip.
Secondo IBM, è stato sufficiente far funzionare attraverso il chip sette volte l’algoritmi per decodificare i dati necessari a piratare il chip SIM.
Poco, rispetto alle otto ore di media dei vecchi metodi.
La spiegazione del perché IBM abbia speso soldi e tempo a tentare questa prova è in un comunicato dove, dopo aver spiegato come hanno ottenuto la decodifica del chip, dicono che presenteranno durante il salone della sicurezza di Oakland i mezzi per impedire questo tipo di intrusioni.
Insomma, creare il bisogno per soddisfare la domanda.