Nel 1985 lo scrittore Italo Calvino venne chiamato dalla Università di Harvard a tenere un ciclo di conferenze nell’ambito delle prestigiose Poetry Lectures. Dopo i discorsi di Thomas Stearns Eliot, Stravinsky, Borges e tanti altri grandi, il nostro autore sarebbe stato il primo italiano a salire in cattedra, ma il condizionale è d’obbligo perché tutto questo non è mai avvenuto, a causa della sua morte alcuni mesi dopo.
A noi è arrivata in eredità la raccolta di quelle Lezioni Americane per riuscire a interpretare le trasformazioni del millennio alle porte: leggerezza, rapidità, esattezza, immaginazione, molteplicità di punti di vista e coerenza (quest’ultima, purtroppo, in realtà solo progettata). Insomma, come non associare questi sei valori alla Rete?
Se il valore della coerenza è dettato dal buon senso, il valore della leggerezza è qualcosa che si impara con tanto esercizio. Veicolare concetti e messaggi di una certa sostanza sul digitale a volte si trasforma in un’impresa titanica. L’iniziativa Flow Market, ad esempio, è riuscita a far leva sui grandi temi della nostra esistenza, vestendo delle lattine con etichette minimaliste e mettendole in vendita. Obiettivo: contribuire a rendere questo mondo un posto migliore dove vivere. Coerente, leggero, e in qualche misura anche rapido: va dritto al punto.
Terzo valore in ordine di apparizione, la visibilità. E no, non stiamo parlando della moneta di scambio per tanti giovani talenti creativi del nostro Paese. Calvino si riferiva alla capacità di essere visibile, visualizzato, immaginato. È la missione di Timbuktu, ad esempio, che combina fantasia, storytelling e tecnologia per educare alle esperienze interattive i più piccoli. In rete, sempre più spesso parole e dati si trasformano in immagini: il recente boom delle infografiche è la cartina tornasole più lampante.
Anche l’esattezza è un valore quanto mai importante oggi, in un’epoca storica dove notizie e affermazioni possono essere messi in discussione con un semplice fact checking – la verifica dei fatti – su Google. Basti pensare all’eclatante botta e risposta dell’anno scorso intercorso tra Eni e il programma Rai Report, tra televisione e social media.
Ancora più difficile riuscire a mantenere la promessa di essere quanto più esatti quando si sta parlando di un progetto a più voci. Nella sua quinta lezione, Italo Calvino introduceva il concetto di molteplici punti di vista, ed è un po’ ciò che ci ritroviamo quando siamo davanti a siti web corali e blog collettivi, come il network di Huffington Post. Una molteplicità da evitare invece nell’uso replicato di testi e immagini; basta dare un’occhiata a questo tumblr per rendersi conto di come alla parola moltemplicità vada affiancata anche la salvaguardia dell’unicità!
Arriva infine dalla Francia un progetto che sembra esser riuscito nel miracoloso intento di riunire i sei valori di Calvino sotto un unico ombrello: il Mobile Film Festival. Al motto di un cellulare, un minuto, un film invita gli utenti online a mettersi alla prova come sceneggiatori, registi e montatori con l’obiettivo di portare sul piccolissimo schermo una storia. Non ci sono limiti, anzi, c’è tutto da guadagnare: in palio premi in denaro e messa in produzione per i migliori. Questa dodicesima edizione termina il 3 gennaio 2017; ecco il trailer.
E dunque, quante storie leggere, veloci, immaginarie, esatte, molteplici e coerenti si possono raccontare in un minuto con uno smartphone? A voi raccogliere la sfida.