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Lezioni da riscoprire

01 Dicembre 2016

Lezioni da riscoprire

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E se fosse la letteratura a offrirci i suggerimenti più efficaci per impostare al meglio i nostri progetti sul digitale?

Nel 1985 lo scrittore Italo Calvino venne chiamato dalla Università di Harvard a tenere un ciclo di conferenze nell’ambito delle prestigiose Poetry Lectures. Dopo i discorsi di Thomas Stearns Eliot, Stravinsky, Borges e tanti altri grandi, il nostro autore sarebbe stato il primo italiano a salire in cattedra, ma il condizionale è d’obbligo perché tutto questo non è mai avvenuto, a causa della sua morte alcuni mesi dopo.

A noi è arrivata in eredità la raccolta di quelle Lezioni Americane per riuscire a interpretare le trasformazioni del millennio alle porte: leggerezza, rapidità, esattezza, immaginazione, molteplicità di punti di vista e coerenza (quest’ultima, purtroppo, in realtà solo progettata). Insomma, come non associare questi sei valori alla Rete?

Coerenza - Brave

Brave! Un sito dedicato alle donne coraggiose: quale nome più coerente!

 

Se il valore della coerenza è dettato dal buon senso, il valore della leggerezza è qualcosa che si impara con tanto esercizio. Veicolare concetti e messaggi di una certa sostanza sul digitale a volte si trasforma in un’impresa titanica. L’iniziativa Flow Market, ad esempio, è riuscita a far leva sui grandi temi della nostra esistenza, vestendo delle lattine con etichette minimaliste e mettendole in vendita. Obiettivo: contribuire a rendere questo mondo un posto migliore dove vivere. Coerente, leggero, e in qualche misura anche rapido: va dritto al punto.

Brevità - Twitter

Breve e veloce: quale social media migliore di Twitter per questa lezione.

 

Terzo valore in ordine di apparizione, la visibilità. E no, non stiamo parlando della moneta di scambio per tanti giovani talenti creativi del nostro Paese. Calvino si riferiva alla capacità di essere visibile, visualizzato, immaginato. È la missione di Timbuktu, ad esempio, che combina fantasia, storytelling e tecnologia per educare alle esperienze interattive i più piccoli. In rete, sempre più spesso parole e dati si trasformano in immagini: il recente boom delle infografiche è la cartina tornasole più lampante.

Visibilità - Timbuktu

Le piattaforme per bimbi devono essere colorate, altamente fruibili, visibili.

 

Anche l’esattezza è un valore quanto mai importante oggi, in un’epoca storica dove notizie e affermazioni possono essere messi in discussione con un semplice fact checking – la verifica dei fatti – su Google. Basti pensare all’eclatante botta e risposta dell’anno scorso intercorso tra Eni e il programma Rai Report, tra televisione e social media.

Ancora più difficile riuscire a mantenere la promessa di essere quanto più esatti quando si sta parlando di un progetto a più voci. Nella sua quinta lezione, Italo Calvino introduceva il concetto di molteplici punti di vista, ed è un po’ ciò che ci ritroviamo quando siamo davanti a siti web corali e blog collettivi, come il network di Huffington Post. Una molteplicità da evitare invece nell’uso replicato di testi e immagini; basta dare un’occhiata a questo tumblr per rendersi conto di come alla parola moltemplicità vada affiancata anche la salvaguardia dell’unicità!

Molteplicità - That Asian Stock Photo Girl

Il tumblr Asian Stock Photo Girl: stessa ragazza… molteplici utilizzi!

 

Arriva infine dalla Francia un progetto che sembra esser riuscito nel miracoloso intento di riunire i sei valori di Calvino sotto un unico ombrello: il Mobile Film Festival. Al motto di un cellulare, un minuto, un film invita gli utenti online a mettersi alla prova come sceneggiatori, registi e montatori con l’obiettivo di portare sul piccolissimo schermo una storia. Non ci sono limiti, anzi, c’è tutto da guadagnare: in palio premi in denaro e messa in produzione per i migliori. Questa dodicesima edizione termina il 3 gennaio 2017; ecco il trailer.

 

E dunque, quante storie leggere, veloci, immaginarie, esatte, molteplici e coerenti si possono raccontare in un minuto con uno smartphone? A voi raccogliere la sfida.

L'autore

  • Alice Avallone
    Alice Avallone lavora da anni come digital strategist per grandi e piccole aziende, enti pubblici e agenzie di comunicazione. Dirige l'osservatorio di antropologia digitale Be Unsocial e insegna digital storytelling alla Scuola Holden a Torino.

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