Mentre qui in Italia si pensa ancora alla tintarella e ai gavettoni, dall’altra parte dell’Atlantico il dibattito scientifico sull’innovazione del diritto d’autore ha fatto un grande passo avanti grazie ad un evento di impatto davvero globale.
Dal 20 al 24 agosto si è infatti tenuto a Buenos Aires, presso il Centro Cultural General San Martín, il Creative Commons Global Summit 2013: un concentrato di presentazioni, tavole rotonde e workshop sul tema delle nuove frontiere del copyright con relatori di altissimo livello provenienti da tutto il globo, tra cui lo stesso Lawrence Lessig (principale teorico della filosofia open) e Cathy Casserly (attuale CEO di Creative Commons).
Larry Lessig, now on stage at #ccsum, fights unjustified youtube takedown http://t.co/4CeyY8L9bd
— Gwen Franck (@g_fra) August 23, 2013
All’interno del Summit sono state ospitate inoltre la Internet Freedom Conference di martedì 20 e la CC and Copyright Reform Miniconference di mercoledì 21, a conferma del fatto che l’intento non era tanto celebrare le CC ma riflettere seriamente e con eco internazionale sul superamento di modelli legislativi ancora troppo legati al mondo predigitale. Come emerge dal programma definitivo dell’evento, altri temi caldi trattati in quei cinque giorni sono stati la digitalizzazione delle opere cadute in pubblico dominio, la promozione delle open educational resource per un’istruzione davvero aperta e innovativa, i rapporti tra licenze libere e società di gestione collettiva dei diritti e i problemi legati al fundraising di progetti open.
Per chi segue costantemente le evoluzioni di Creative Commons, il Summit è stato anche e soprattutto l’occasione per presentare ufficialmente le licenze in versione 4.0 di cui si discute ormai da quasi due anni e che, dopo vari draft pubblicati e lasciati aperti ai commenti della community, sono giunte al testo definitivo. Come già preannunciato su queste pagine, il passo è davvero innovativo dato che con questa versione le CC abbandonano una scelta intrapresa fin dall’inizio del progetto (più di dieci anni fa): effettuare il porting delle licenze per ciascuna giurisdizione. Non avremo più quindi le versioni italiana, australiana, giapponese… ma un’unica versione pensata per funzionare in ottica internazionale. Che poi è ciò che avviene già da anni con le più note licenze di software libero.
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