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L’era dei non-orologi

24 Settembre 2014

L’era dei non-orologi

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Tutti a chiedersi che cosa potrebbe davvero fare l'orologio intelligente. Il game designer ha qualche idea in proposito.

Will Luton, game designer e autore del libro Free 2 Play, di recente ha condiviso il suo punto di vista (riportato da Chris Kerr su PocketGamer) riguardo gli smartwatch, gli orologi digitali di ultima generazione.

Pronipoti dei primi modelli degli anni settanta, i modelli più recenti potrebbero dimostrarsi degli ottimi strumenti per giocare, o meglio videogiocare. Il punto di vista di Luton a tal riguardo è chiaro. Si riferisce all’esperienza di Pixel Miner, un videogioco dal forte aspetto vintage che rispolvera i cari e vecchi GameBoy a otto bit.

Personalmente non ho avuto la fortuna di provare Pixel Miner, anche perché la versione citata da Will Luton è quella rilasciata per Pebble, ma non ho difficoltà a seguire il suo ragionamento di game designer, relativo appunto alla portabilità dello strumento e alla sua semplicità di utilizzo.

Gli smartwatch sono esattamente sul punto di diventare un pezzo di tecnologia realmente ubiquo e, anche se si parla moltissimo di fitness, sono i giochi che inevitabilmente finiranno per dominare. Per questo mi sono entusiasmato nel raccogliere la sfida di progettare qualcosa per questi apparecchi.

Credo che gli smartwatch diventeranno oggetti quotidiani dei quali non si potrà fare a meno. Era impensabile poter portare sempre con sé un telefono e oggi è diventato talmente comune che ha addirittura sostituito gli orologi da polso. Ora pare che qualcosa stia cambiando: forse gli orologi da polso torneranno e, così come i cellulari ospitarono fin da subito giochi per intrattenere (come non ricordare Snake su Nokia 3310?), anche nuovi non-orologi potrebbero dimostrarsi la nuova frontiera delle piattaforme portatili per videogiocare.

Ammetto che da un punto di vista professionale il tema mi preoccupa non poco. Penso a come farò stare tutto in quello schermo minuscolo!

I miei primi incubi si declinano nei modelli più moderni, prima Android Wear (con lo schermo di circa 1,65 pollici del G Watch di LG o del Gear 2 Neo di Samsung) e, dal 9 settembre 2014, Apple Watch. Schermi minuscoli rispetto a quelli di smartphone e tablet per i quali sono abituato a progettare… e una interessante sfida!

Pixel Miner

La possibile ultima frontiera del videogioco: Pixel Miner per Pebble.

Ho una filosofia che fino a oggi mi ha aiutato a ragionare su soluzioni di mobile game design: creare prodotti adatti per giocare durante l’attesa del bus, della metro o durante un viaggio un treno. Questa visione si sposa perfettamente con accessori da polso.

Grazie all’interfacciamento con il GPS presente negli smartphone, si potrebbero ideare diversi urban e pervasive game (giochi in città o comunque all’aperto) che sfruttino il posizionamento dei giocatori nello spazio reale e le interazioni tra i rispettivi smartwatch e smartphone.

Se a Tadhg Kelly, game designer e direttore creativo, piace pensare che gli smartwatch possano essere adatti per giochi esplorativi (come cacce al tesoro), io non riesco a non pensare a David Hasselhoff in Supercar che comunicava con Kitt parlando nel suo orologio da polso. E se questa potesse essere una modalità di comunicazione tra compagni di squadra?

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Poi, se proprio non dovesse funzionare, sarà altrettanto divertente progettare app e videogiochi da comandare con uno stuzzicadenti!

L'autore

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