Il riconoscimento di un popolo e della sua cultura, in un mondo sempre più segnato dallo sviluppo di nuovi mezzi di comunicazione, passa anche attraverso gli indirizzi Internet. Come è successo per il popolo palestinese e la propria rappresentanza politica che hanno ottenuto il loro suffisso nazionale, anche per le popolazioni pellerossa degli Stati Uniti si è giunti a un riconoscimento formale sul Web.
Infatti, finalmente, il General Services Administration americano (GSA) e il dipartimento degli Interni (DOI) si sono messi d’accordo e hanno redatto il regolamento per il riconoscimento dei nomi di tribù.
Le tribù indiane che hanno avuto un riconoscimento formale da parte degli Stati Uniti avranno diritto a un loro suffisso.
L’indirizzo completo sarà composto dal nome della tribù, da un trattino seguito da “nsn” (che vuol dire: native sovereign nation) e dal.gov.
Se Galep (Aurelio Galeppini) il disegnatore di Tex Willer fosse ancora vivo, sicuramente avrebbe dedicato una tavola all’avvenimento.
Perché questo è un avvenimento importante per queste popolazioni che hanno subito stermini, l’umiliazione della sconfitta e della deportazione, spesso rinchiusi in zone inospitali e tenuti lontani dalla storia degli Stati Uniti, come fossero qualcosa che non entrasse nella storia moderna dell’America.
Con questo atto, l’Ufficio per gli Affari Indiani spera di poter modificare la sua storia non sempre brillante e le sue relazioni con le tribù.
Queste ultime potranno presentarsi e aprirsi anche commercialmente al mondo intero.
Certo, questo non è che un piccolo passo in avanti. I pellerossa non usciranno dalle loro riserve, ma sarà uno strumento importante anche per tramandare le loro tradizioni e la loro cultura e farla conoscere in tutto il mondo, insieme alla loro storia fatta di dolore, trattati violati e persecuzioni.
Una storia, straordinariamente simile a quella dei palestinesi, che hanno visto il loro territorio occupato da persone che arrivavano dal mare e si sono imposti con le armi.