Caratteristica del pianeta Linux è il pullulare spesso frenetico di attività. Con l’annesso avvio di progetti inattesi e l’apertura di nuove prospettive commerciali. Uno scenario cui si vanno abituando un po’ tutti, nel bene e nel male. Non fanno eccezione gli eventi della scorsa settimana, variamente raccolti nella panoramica che segue. Si parte con i cospicui finanziamenti multimilionari ottenuti da svariate entità. Per proseguire con l’utilizzo di Linux in piccoli dispositivi non-PC e in apparecchi con comandi da attuare in “tempo reale”, insieme a progetti finalizzati a ’embedded design & applications’. In chiusura, veloce occhiata alle ulteriori ripercussioni in quel di Wall Street.
OpenSales, azienda produttrice di software open source dedito all’e-commerce con base a San Mateo, California, sta per ricevere da un pool finanziario la somma di dieci milioni di dollari. Verranno impiegati soprattutto nella messa a punto e nel lancio di Core Commerce, programma di gestione per siti di commercio elettronico che gira su Linux, UNIX e Windows NT. Previsto al via per il prossimo mese, il software rappresenta la prima uscita di OpenSales, alla cui fondazione hanno preso parte alcuni programmatori fuoriusciti da eToys. Prevedendo come di consueto la diffusione pubblica dei sorgenti per ogni modifica e integrazione, la società prevede comunque di guadagnare grazie all’offerta di servizi d’installazione, consulenza e supporto tecnico.
Una cordata di produttori asiatici ha invece investito 37 milioni di dollari in Lineo, azienda che ha creato una versione di Linux per dispositivi diversi dai PC, tra cui le set-top box e i cosiddetti “elettrodomestici per Internet.” Un ambito che va richiamando sempre maggiore interesse, garantendo a prezzi contenuti l’accesso al Web anche a quanti non possiedono un computer o vogliano comunque farne a meno. Lo dimostra tra l’altro la presenza in tale cordata di nomi quali Motorola, Samsung, Mitsubishi. Sulla spinta di quest’interesse, il CEO di Lineo abbozza l’obiettivo dell’inevitabile IPO in borsa, senza però entrare nei dettagli visto il clima fin troppo volatile. Nel frattempo, qualche settimana addietro anche il diretto rivale, Lynx Real-Time Systems, aveva ottenuto un’infusione di contante pari a 20 milioni di dollari.
Un altro agguerrito concorrente del novello settore, MontaVista Software, si appresta intanto a “portare Linux in nuove direzioni” tramite il fresco lancio dello Standard Linux Real-Time Characterization Project. In pratica si tratta di adeguare il sistema open source all’operatività di piccoli apparecchi che devono rispondere a determinati comandi in “tempo reale”, includendo Linux nel cosiddetto “embedded design” di dispositivi particolari. Alcuni di questi vengono ad esempio impiegati nel controllo del corretto mescolamento della benzina quando si effettua il rifornimento o nel caso dei robot addetti alle catene di montaggio in fabbrica. Un’espansione del mercato assai promettente, secondo gli esperti, viste le doti di agilità e leggerezza offerte da Linux. Sembra anzi che presto vi sbarcherà un nome d’eccezione, Red Hat, alla ricerca di altri spazi oltre l’ingolfato settore dei server.
Riguardo le “embedded applications” da segnalare inoltre l’aggiunta di Metrowerks come membro fondatore del Embedded Linux Consortium (ELC) annunciato recentemente a Chicago. Insieme alle altre entità già coinvolte, tra cui IBM e Red Hat, il progetto vuole rafforzare la penetrazione di Linux come sistema operativo assai duttile e di facile utilizzo per tale settore in rapida crescita. In ogni caso, assicura il vicepresidente di MontaVista, il software della sua azienda è e rimarrà completamente open source, mentre Lineo ne include parti proprietarie, e lo stesso dicasi per LynxOS, con OnCore Systems che si appresta a scendere in lizza per le opzioni in real time.
È vero che l’abbraccio totale della filosofia open source di MontaVista ne rappresenta il punto di forza, inclusi free download del software direttamente dal Web. Fondata a Sunnyvale, nel cuore della Silicon Valley, nella primavera ’99 da Jim Ready, “pioniere del software real-time”, l’azienda ha utilizzato 500.000 dollari per mettere a punto la propria versione di Linux, chiamata Hard Hat. Un mese fa, a seguito dell’annuncio di un investimento di nove milioni di dollari in venture capital, dai 10 impiegati iniziali si è passati a 50 unità e si contano già 25 clienti-produttori che faranno ricorso al software in arrivo. Un progetto che si pone quindi in un momento cruciale per le future aperture commerciali di Linux. Perché, come è ultra-noto, dinamismo e innovazione sono fondamentali nel mondo high-tech. E ogni impulso alla penetrazione di Linux nel suo complesso non potrà che far bene anche alle società open source quotate a Wall Street. Le quali, va detto, continuano a navigare in acque non proprio tranquille.
Dopo le fibrillazioni borsistiche della scorsa settimana, il 1 maggio è arrivato il comunicato ufficiale del ritiro della IPO da parte di LinuxCare. Per quanto atteso, l’annuncio conferma le previsioni pessimistiche seguite all’abbandono, qualche settimana addietro, prima del CEO Fernand Sarrat e poco dopo del chief information officer Doug Nassaur. La decisione dell’azienda di San Francisco significa che, se e quando deciderà di riprovarci, dovrà rifare la trafila da capo. Compito poco agevole, visti i tempi e l’insuccesso registrato in quest’occasione. Per la cronaca, si era quantificato che il previsto ingresso in borsa avrebbe fruttato oltre 56 milioni di dollari, con l’immissione di 4,5 milioni di titoli a un prezzo iniziale di 13-15 dollari ad azione. Un capitale, destinato a incrementare l’infrastruttura info-tech e coprire i buchi di bilancio, che ora dovrà essere reperito altrove. O piuttosto farne a meno, con ovvie ripercussioni sul mercato.
Anche la concorrenza borsistica, però, non esulta di gioia, pur se in leggera salita sull’onda dei rilanci del traffico azionario. Nei primi due giorni di maggio le quotazioni Linux di Red Hat sono rimaste sostanzialmente invariate, circa 28 dollari ad azione. In lieve salita gli altri: VALinux (+ 5 punti, 65 dollari), Andover (+2 punti, 23 dollari), Caldera (+1 punto, 16 dollari).
In ogni caso, il tutto dimostra che i giochi non sono per nulla fatti, dalla saga Microsoft alle avventure senza limiti dell’amato pinguino. Meglio restare sintonizzati.