Il recente Convegno Enterprise 2.0: la rivoluzione che viene dal Web, organizzato dall’Osservatorio Enterprise 2.0 della School of Management del Politecnico di Milano, ha fotografato la situazione delle aziende italiane nel contesto web 2.0. «L’Enterprise 2.0 è un fenomeno nuovo e per certi versi contraddittorio: una rivoluzione emergente che, per essere tradotta in valore per l’impresa, va gestita in modo sistemico attraverso più variabili, delle quali la tecnologia, pur rilevante, è soltanto una», sostiene Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Enterprise 2.0. «La governance di un fenomeno di questa portata non potrà che essere anch’essa 2.0: emergente, aperta e collaborativa. Tutti i ruoli tendono a spostarsi, per lo meno in parte, nelle mani dell’utente finale, che potrà decidere cosa fare, realizzarlo e poi gestirlo in autonomia».
«Per spiegare il perché di questa rottura si deve partire dall’analisi della persona e dei suoi bisogni emergenti che possono trovare una risposta nelle nuove tecnologie Enterprise 2.0. Oltre a rispondere a questi nuovi bisogni delle persone, l’Enterprise 2.0 rappresenta una formidabile occasione per le imprese e le Pubbliche Amministrazioni per creare organizzazioni più flessibili e dinamiche, in grado di scoprire e valorizzare risorse e riconfigurare i processi per seguire cambiamenti strategici ed organizzativi sempre più veloci», ha dichiarato Stefano Mainetti, anch’egli Responsabile Scientifico dell’Osservatorio.
Fra le tecnologie maggiormente strategiche: social computing come blog, wiki, social network, folksonomia ed RSS, ma anche funzionalità come il videosharing, il podcasting, il pagerank e l’instant messaging. Parallelamente l’evoluzione tecnologica dei Sistemi Informativi aziendali pare consentire nuovi rapporti sinergici tra gli applicativi, valorizzando approcci di Service Oriented Architecture (SOA) e di Business Process Management (BPM), per l’allineamento degli applicativi aziendali con i processi di business. Sempre in questo contesto di grande flessibilità, si collocano anche i mashup per la realizzazione di applicazioni web composite e i cosiddetti Software-as-a-Service.