Le compagnie USA dovranno rispettare le leggi europee sulla privacy

L’oggetto della disputa è il diritto dei cittadini europei di conoscere dove vanno a finire i loro dati personali, anche al di fuori dell’Unione. Questo diritto deriva da quella direttiva europea che ha prodotto le diverse leggi nazionali sulla tutela dei dati personali, tra cui la nostra tormentata legge sulla privacy.

La legislazione prevede anche il diritto degli europei di correggere ogni informazione non corretta, di cancellare ogni dato che sia stato raccolto illegalmente e di ricevere un risarcimento dei danni subiti in seguito a un utilizzo illegale dei propri dati. Questo sistema è molto simile a diverse iniziative per la tutela della privacy che non vennero accettate dal Congresso americano nel 1999.

Frits Bolkestein, commissario responsabile delle politiche di protezione della privacy in Europa, ha sostenuto che ormai la raccolta illegale di dati personali avviene molto facilmente anche oltrepassando i confini nazionali, che sulla rete non contano più nulla. L’accordo che si sta delineando è visto da molti come un compromesso e i sostenitori della privacy pensano non esaurisca tutte le questioni connesse al problema.

Le compagnie americane che commerciano o vogliono commerciare con le nazioni europee dovranno rispettare le leggi sulla privacy europee, e cioè regole mai viste negli Stati Uniti. In cambio l’Unione Europea avrebbe concesso che le compagnie americane possano commerciare abbastanza liberamente in Europa.

Le aziende che non rispetteranno l’accordo potranno essere denunciate dai cittadini europei danneggiati. Le compagnie dovranno firmare un accordo con le Authority nazionali oppure sottoscrivere un codice di comportamento adeguato rispetto alle nostre leggi sulla privacy. Le compagnie potranno anche dimostrare la loro conformità nei casi siano già sottoposte a leggi severe in USA, come le televisioni via cavo. La FTC si occuperà di aggiornare una lista delle aziende che rispettano gli standard definiti.