Il rallentamento negli affari e nel fatturato, dovuto alla crisi economica accentuata dagli attentati terroristici ha spinto molte società a trovare valide alternative ai viaggi di lavoro.
Dunque, via alle videoconferenze: meno care e più sicure per l’incolumità delle persone.
Società come eBay, il sito di aste online, Charles Schwab o anche il nuovo gigante Hewlett-Packard hanno obbligato i propri impiegati a limitare allo stretto necessario i viaggi, soprattutto dopo la tragedia dell’11 settembre.
Dalla direzione i 93 mila impiegati di HP hanno ricevuto la consegna di non viaggiare fuori dagli Stati Uniti.
“Siamo in un’epoca in cui dobbiamo essere pi prudenti – spiega un portavoce di HP – dobbiamo fare ancora più attenzione alla nostra sicurezza personale”.
La paura dei viaggi in aereo, dovuta al dirottamento degli aerei di linea americani che si sono schiantati sul World Trade Center, sul Pentagono e in una foresta della Pennsylvania ha provocato un ritorno di interesse verso la videoconferenza.
L’aumento nell’uso degli strumenti di telecomunicazione dopo gli attentati era stato previsto dagli analisti finanziari.
JP Mark, analista della Wells Frago Van Kasper, citato dalla France Presse ha dichiarato: “Pensiamo che le società potrebbero iniziare ad aumentare il loro utilizzo della voce e della videoconferenza come reazione alle più difficili condizioni di viaggio”.
Yahoo! è stato il portale più veloce a capire il business e ha già lanciato un servizio di videoconferenza su Internet, che avrà come primo utilizzatore niente meno che la Deutsche Bank.
Quest’ultima, come riporta l’agenzia stampa francese, ha annullato una conferenza in Arizona davanti a 1.500 persone, proprio dopo gli attentati.
Il servizio offerto da Yahoo! da alle aziende la possibilità di riunire, attraverso Internet, migliaia di persone in tutto il mondo per assistere alla conferenza, visionare la documentazione utilizzata dai relatori e aver accesso a strumenti interattivi che gli permetteranno una partecipazione attiva.
A frenare, però, lo sviluppo di questa tecnologia di comunicazione sono problemi legati all’installazione e, soprattutto, alla mancanza di reti a banda larga che possano supportare il flusso di dati e realizzare una visione e un ascolto fluido e non “giapponese” come la pubblicità di Infostrada fa notare.