Home
Le aziende italiane candidate a Piazza Affari

08 Marzo 2000

Le aziende italiane candidate a Piazza Affari

di

Le imprese italiane di information technology candidate alla quotazione in borsa sono numerose, ma le prime nella lista sono le tre aziende di telecomunicazioni Infostrada, Albacom e Wind, con un …

Le imprese italiane di information technology candidate alla quotazione in borsa sono numerose, ma le prime nella lista sono le tre aziende di telecomunicazioni Infostrada, Albacom e Wind, con un fatturato relativo al ’99 rispettivamente di 1.400, 700 e 600 miliardi di lire. Sempre nel settore delle telecomunicazioni hanno manifestato l’intenzione di quotarsi sul nuovo mercato Cdb Web Tech, Viasat, Blixer e E.Biscom.

Non esitano a voler debuttare a Piazza Affari con fatturati ridotti, ma di tutto rispetto considerata l’età delle società, alcune ormai note start-up: Chl (e-commerce di hw e sw) e I.net (servizi Internet). In lista anche D-mail (e-commerce), e-Planet (larga banda), Direct.it (e-commerce), Lottomatica, Vitaminic (musica Mp3 in rete), Flashmall.it (e-commerce), Freedomland (Internet tv) e Logos (servizi di traduzione).Tra le aziende già consolidate orientate al mondo dell’informatica troviamo Opera Multimedia, Euphon e DataNord. Assente il business to business, per altro ancora poco affermato in Italia.

Molto fermento, quindi, e grandi speranze di poter drenare capitali dalla Borsa per i progetti di espansione o per rientrare nei costi esorbitanti sostenuti per il lancio e la promozione delle aziende sul mercato. Molte società infatti, in Italia come negli Stati Uniti, spendono decine di miliardi per affermarsi sul mercato attraverso politiche di marketing molto aggressive, senza vedere una lira per molto tempo. Ma il paradigma dell’utile sembra non essere più il riferimento corretto per analizzare il nuovo mercato e individuare le strategie vincenti.

Nel frattempo l’imprenditore-editore sardo Nicola Grauso è riuscito a stupire anche in Borsa. Dopo aver registrato, non appena la legge glielo ha consentito, tutti i domini immaginabili ancora liberi, Grauso si è ora “lanciato” in borsa, nel senso che ha registrato 450 codici Isin. Vale a dire le serie numeriche che identificano i titoli di Borsa.

Il ragionamento che ha portato Grauso a impadronirsi anche di questi domini risulta incomprensibile agli addetti. I codici Isin sono una serie di numeri impossibili da memorizzare:
lo stesso Cedborsa, infatti, utilizza un codice mnemonico con le iniziali dei titoli. L’unica spiegazione finora emersa è quella di volerli sfruttare per gli investimenti in Borsa via cellulare.

Iscriviti alla newsletter

Novità, promozioni e approfondimenti per imparare sempre qualcosa di nuovo

Gli argomenti che mi interessano:
Iscrivendomi dichiaro di aver preso visione dell’Informativa fornita ai sensi dell'art. 13 e 14 del Regolamento Europeo EU 679/2016.