Secondo recenti studi, ripresi dalla rivista scientifica New Scientist, lavorare negli stabilimenti dove si producono microprocessori potrebbe comportare dei seri rischi alla salute, in particolare per le donne in stato di gravidanza.
Tre differenti ricerche proverebbero che le gravidanza delle lavoratrici impiegate nelle fabbriche di chip sono soggette ad aborti e nascite di bambini con malformazioni in misura doppia rispetto alle altre donne.
Il problema sarebbe il contatto con alcune sostanze chimiche, in particolare certi solventi, utilizzati per la lavorazione del silicio. Secondo quanto dichiarato dall’ospedale per l’infanzia di Toronto, Canada, su 125 donne incinte esposte ai solventi, 13 neonati presentavano malformazioni, contro un solo caso tra le donne non esposte.
Il problema non è di oggi, anche se solo in questi ultimi tempi è giunto alla ribalta delle cronache.
140 ex impiegate della IBM hanno già citato in giudizio l’azienda lamentando danni alla salute contratti nello stabilimento di East Fishkill, nello stato di New York, dove sono stati registrati tassi altissimi di aborti spontanei, cancri e malformazioni infantili.
Anche National Semiconductor è stata citata in giudizio da alcune dipendenti. L’azienda dal canto suo, nega ogni responsabilità affermando che nessun dato scientifico prova un legame tra la produzione di microprocessori e i problemi denunciati dalle donne incinte.