Tra osservatori e appassionati del tema, ha creato un certo clamore la pubblicazione dello Schema di regolamento in materia di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica e procedure attuative ai sensi del decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70. Non si tratta di un semplice schema ma di un testo completo e ampiamente articolato, tuttavia presentato come bozza su cui AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ha aperto una fase di consultazione pubblica. Sotto ogni articolo della bozza i redattori hanno già posto una serie di quesiti su cui raccogliere pareri.
Mossa meritoria e apprezzabile, se non che la consultazione si chiuderà il 23 settembre, dunque cadrà in pieno periodo estivo. Ciò è stato sufficiente a sollevare commenti maliziosi sulla volontà di sfruttare il momento di pausa ed evitare eccessivo clamore su una norma non molto ben vista.
Come infatti nota giustamente il collega Marco Bellezza in un commento puntuale quanto acuto, già il titolo del provvedimento tradisce la volontà autolegittimante di AGCOM, con quel riferimento espresso ad un decreto legislativo ormai vecchio di dieci anni che in realtà non si occupa strettamente di diritto d’autore ma più che altro di gestione dei servizi online e commercio elettronico. Quasi a voler rimarcare che il diritto d’autore rientra tra le competenze dell’autorità garante, anche se in via periferica. Così si esprime Bellezza:
Da un’analisi dello schema emerge l’impressione che l’attesa discontinuità con le precedenti iniziative AGCOM ed il bilanciamento tra misure di promozione dell’offerta legale ed enforcement dei diritti di privativa in rete, siano obiettivi ancora lontani, che forse potranno essere raggiunti attraverso una seria e puntuale rimeditazione del testo pubblicato all’esito della consultazione pubblica.
Il dubbio di fondo è proprio quello: spetta davvero ad AGCOM preoccuparsi della regolamentazione del diritto d’autore in Internet? Ed è legittimo che ciò avvenga per mezzo di un regolamento invece che con un atto legislativo in senso più pieno? Soprattutto… c’è davvero bisogno che un’autorità amministrativa metta le mani su questa delicata materia, esistendo già un ente pubblico come la SIAE e avendo sotto gli occhi l’esperienza controversa della francese HADOPI?
Lascio al lettore il seguire con pazienza e dedizione le discussioni avviate in queste settimane su Internet. Mi sento però in dovere di esortare chiunque abbia a cuore come me la questione del diritto d’autore in rete e in generale della regulation di Internet a partecipare alla consultazione (qui il relativo comunicato stampa). Non capita spesso che le autorità abbiano voglia di esporsi a tale confronto; non perdiamo l’occasione.
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