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L’attacco Open Source arriva su desktop e formati

26 Febbraio 2002

L’attacco Open Source arriva su desktop e formati

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Mentre continuano i successi del software Open Source e della piattaforma Linux sul lato server, i prodotti del Free Software stanno partendo alla conquista delle scrivanie aziendali

Da un lato le interfacce utenti stanno crescendo di qualità: Kde e Gnome si stanno dividendo la scena e sono sempre più dotate di funzionalità e di ottimi applicativi; dall’altra parte sta crescendo la qualità e la quantità della concorrenza per il grande dominatore del mercato del software desktop che non è Windows, ma Office. La grande sfida arriva da Sun e Staroffice. Da inizio ottobre a fine dicembre 2001 è stato possibile scaricare dal sito di Sun la versione beta di StarOffice 6.0, la suite di applicativi da ufficio alternativa al dominante Microsoft Office. Ora i programmatori di Star Office stanno rivedendo le richieste di miglioramento e i bug riscontrati dagli utilizzatori per arrivare al rilascio della versione definitiva nella primavera del 2002.

La versione 6.0 è stata progettata da Sun per offrire una suite completa, compatibile con Windows, ma anche con altri sistemi operativi come Solaris, e Linux. La beta di StarOffice 6.0 rappresenta un significativo passo avanti nel software per ufficio multi piattaforma. StarOffice vuole diventare il pacchetto office di riferimento per aziende con esigenze multi piattaforma e budget contenuti, con l’esigenza, quindi, di avere un’alternativa accessibile al software Microsoft.

Con oltre sei milioni di download e oltre dieci milioni di utenti, la versione 5.2 di StarOffice si è affermata come una scelta alternativa per gli utenti Unix, ma anche per chi usa Windows. In effetti, StarOffice 5.2, disponibile gratuitamente come la nuova release beta, è diventato un prodotto di Sun dopo l’acquisizione della omonima software house tedesca per 70 milioni di dollari, ma non ha mai potuto competere per qualità e interfaccia con Microsoft Office. Gli utenti non hanno apprezzato molto il desktop integrato di StarOffice 5.2 e neppure le potenzialità ridotte rispetto al concorrente, senza parlare della parziale compatibilità con i diversi formati dei file di Microsoft o delle localizzazioni internazionali del prodotto spesso fatte in maniera artigianale. Sun ha anche rilasciato attraverso il sito OpenOffice il codice sorgente del pacchetto in modo tale da poter essere corretto e migliorato dagli sviluppatori.

La nuova versione del prodotto di Sun sembra invece una potenziale killer application. StarOffice 6.0 è stato progettato per semplificare l’esperienza utente e favorire lo scambio semplice dei file. L’utilizzo di XML, linguaggio aperto e non proprietario come formato di default dei file, permette a chiunque e ovunque, di sviluppare tool per aprire, editare e salvare i file StarOffice. La versione beta che abbiamo testato sia sotto Windows che per Linux, si è dimostrata sorprendentemente stabile e decisamente ben curata. Sun ha deciso di puntare pesantemente sull’espansione del potenzialmente esplosivo mercato asiatico puntando sulla localizzazione del prodotto anche in cinese, giapponese, coreano oltre che nelle principali lingue europee.

StarOffice 6.0 offre una suite per l’ufficio completa di tutte le classiche funzioni che si sono dotate ciascuna di una interfaccia autonoma: dal word processing ai fogli di calcolo, dalle presentazioni ai disegni, dal Web-publishing, alla creazione di grafici e formule, fino alle tradizionali applicazioni di database.

Uno dei punti di forza di Star Office 6.0 si è dimostrata la totale compatibilità con i diversi formati di Microsoft Office, dato che permette di importare ed esportare dati da e per Microsoft Office, incluso il supporto per Office XP. L’idea di usare come formato di default XML, che sta sempre più dimostrandosi il vero esperanto informatico, potrebbe rivelarsi una scelta vincente, anche per trasformare il prodotto in una scelta elettiva per quelli che vogliono sviluppare pagine Web. Un difetto importante dell’edizione 6.0 è sicuramente l’assenza di una versione per Mac, che resta, comunque e ancora, la seconda piattaforma mondiale dal lato desktop.

Parallelamente, la sfida ai prodotti Office è partita anche su un piano più strettamente politico con un intervento di Richard Stallman, il padre fondatore del Free Software e di GNU, che ha pubblicato su Linuxtoday un articolo intitolato: “We can put an end to Word attachments”. Il grande guru americano ha voluto focalizzare l’attenzione sul tema degli attachment in formato Word, che sono ormai diventati uno standard per trasmettersi documenti di testo, rafforzando la posizione dominante di Microsoft e impedendo la crescita e lo sviluppo di prodotti di software libero.

Scrive Stallman: “Non capita anche a voi di arrabbiarvi quando ricevete per e-mail un documento in formato Word? Gli allegati in formato Word sono fastidiosi, ma soprattutto impediscono alle persone di passare al software libero. Probabilmente possiamo porre fine a questo modo di fare, con un semplice sforzo collettivo. Tutto quello che dobbiamo fare è chiedere a chi ci manda un file Word di cambiare il suo modo di fare”. Dice ancora Stallman: “La maggior parte degli utilizzatori di computer usa Microsoft Word. Questo non è bello, perché Word è un software proprietario, che nega ai suoi utenti la libertà di studiarlo, modificarlo, copiarlo e ridistribuirlo. Inoltre, visto che Microsoft modifica il formato dei file di Word a ogni versione, i suoi utenti sono intrappolati in un meccanismo che li obbliga a comprare ogni aggiornamento, che vogliano cambiare o meno.(…) Alcune organizzazioni accettano file solo se in formato Word: una persona che io conosco non ha potuto proporsi per un lavoro perché i curriculum dovevano essere in formato Word. Addirittura, i governi talvolta impongono il formato Word al pubblico, e questo è veramente oltraggioso. (…) Per noi, utilizzatori di sistemi operativi liberi, ricevere documenti Word è un fastidio. Ma l’impatto peggiore dei documenti Word è sulle persone che potrebbero passare al software libero: questi esitano perché hanno l’impressione di aver bisogno di Word per potere leggere il file che ricevono. La pratica di usare il formato segreto di Word per lo scambio di documenti impedisce la crescita della nostra comunità e la diffusione della libertà. (…) Se pensi al documento che hai ricevuto come a un evento isolato, è naturale tentare di affrontare il problema da solo. Ma quando lo riconosci come un’istanza di una pratica perniciosa e sistematica, si impone un altro approccio. Trovare un modo per leggere il file è come alleviare il sintomo di una malattia cronica. Per curare la malattia dobbiamo convincere le persone a non inviare o pubblicare documenti Word”.

Dopo aver presentato il problema Stallman propone il suo rimedio: la disobbedienza civile al formato Word: “Per circa un anno, ho preso l’abitudine di rispondere agli allegati Word con un educato messaggio, che spiega perché la pratica di spedire file di Word è male, e chiede al mittente di rispedire lo stesso materiale in un formato non segreto. Questo è molto meno faticoso che cercare di leggere il testo ASCII calato in un file Word. Trovo che le persone normalmente capiscono il problema, e molti mi dicono che non manderanno più file di Word ad altre persone. (…) Se tutti noi facciamo questo, avremo un effetto molto più ampio. Le persone che trascurano una richiesta educata potrebbero cambiare opinione quando ricevono molte richieste educate da diverse persone. Potremmo riuscire a dare a “non mandare file Word” lo status di netiquette, se iniziamo a sollevare sistematicamente il problema con chiunque ci mandi un file di Word.”

Ecco le proposte di netiquette lanciate da Stallman da inserire nella propria mail: “Hai mandato un allegato nel formato Microsoft Word, un formato segreto e proprietario, e quindi non posso leggerlo. Se mi mandi puro testo, HTML, o PDF, allora potrei leggerlo.” E poi Stallman rincara la dose: “Mandare alle persone documenti in formato Word ha effetti negativi, perché questa pratica li spinge a usare software Microsoft. Di fatto, diventi un puntello del monopolio di Microsoft. Questo specifico problema è un ostacolo a una più ampia adozione del sistema operativo GNU/Linux. Vorresti per favore riconsiderare l’uso del formato Word per la comunicazione con altre persone?”. Ecco un’altra ipotesi di messaggio di pubblicità progresso: “Distribuire documenti in formato Word è male per te e per gli altri. Non puoi essere sicuro di quale aspetto avrà il documento se qualcuno lo guarda con una diversa versione di Word, e potrebbe addirittura non funzionare per niente. (…) Ricevere allegati Word è male per te perché possono trasportare dei virus. Mandare allegati Word è male per te, perché un documento Word include normalmente informazioni nascoste sull’autore, che mettono chi lo sa in condizione di curiosare sulle attività dell’autore (magari sulle tue). È possibile che del testo che pensi di aver cancellato sia ancora presente, mettendoti in imbarazzo.”

L’intervento di Stallman ha posto sicuramente l’accento su un problema scottante. Vedremo in breve tempo i risultati della proposta del grande guru del Free Software.

L'autore

  • Vittorio Pasteris
    Vittorio Pasteris è un giornalista italiano. Esperto di media, comunicazione, tecnologia e scienza, è stato organizzatore dei primi Barcamp italiani e collabora con il Festival del giornalismo di Perugia.

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