Qualche anno fa, si discuteva animatamente sulla possibilità di produrre film con attori del tutto virtuali, grazie allo sviluppo tecnologico.
Ma nessuno si era posto il problema della tutela professionale di questi “attori”.
Come si sa, tutti gli attori (veri, a prescindere se siano bravi o dei cani) hanno agenti che curano i loro affari e cercano di procurargli parti di rilievo e contratti miliardari.
Ma non era mai successo che curassero interessi di attori “virtuali”, che non esistono in carne e ossa, come Lara Croft.
Questa star virtuale, eroina di molti giochi video e personaggio di un film avrà il suo agente, una delle principali agenzie di artisti di Hollywood.
A seguire i suoi interessi, infatti, sarà la Creative Artist Agency che aggiungerà il nome di Lara Croft alla lista di attori di cui difende gli interessi commerciali.
E che interessi. La protagonista della serie Tom Raider ha fatto incassare ai suoi “genitori” (l’editore inglese di videogiochi, Eidos) circa 1,2 miliardi di dollari dalla sua prima apparizione nel 1996.
Se la moda dovesse estendersi, il prossimo non potrà che essere Super Mario, l’idraulico con i baffi. Anche lui è protagonista di varie edizioni di videogiochi e protagonista di film.
Con buona pace di Packman, vorace progenitore della nuova specie di eroi del videogioco.