L’European Digital Rights (EDRI), una federazione di associazioni europee di difesa della vita privata e delle società civili ha lanciato una campagna contro “il trasferimento illegale” dei dati personali relativi ai passeggeri europei, che viaggiano da o per gli Stati Uniti o, addirittura, attraversano semplicemente – il più delle volte, senza nemmeno far scalo – gli Stati Uniti.
La Commissione europea, il 5 marzo 2003, ha raggiunto un accordo con le autorità doganali americane, con il quale ha autorizzato queste ultime a registrare i dati personali dei passeggeri delle compagnie aeree europee che intendono recarsi, ritornino, o anche solo siano di passaggio negli Stati Uniti.
I dossier sui passeggeri (“Passenger name record”, o PNR) contengono i dati relativi al viaggio (andata o ritorno), le prestazioni richieste a bordo dal cliente e altre informazioni riguardanti le modalità di pagamento e, in particolare, i dati relativi alla carta di credito.
Secondo l’EDRI l’accordo intervenuto tra la Commissione europea e le autorità doganali statunitensi è illegale, in quanto non sono previste limitazioni all’impiego dei dati raccolti e invita, perciò, i passeggeri europei ad inviare due lettere-tipo di reclamo, i cui modelli sono stati messi a disposizione degli utenti, sul proprio sito.
La prima va indirizzata alle compagnie aeree e consente a tutti i viaggiatori di chiedere quali sono le informazioni in loro possesso sul proprio conto e quali sono state trasmesse alle autorità doganali americane.
La seconda lettera – che, invece, deve essere indirizzata alla propria autorità nazionale di protezione dei dati personali – è una richiesta di apertura di un’inchiesta sull’accordo intervenuto tra l’Europa e gli Stati Uniti, sul trasferimento dei dati personali.
L’accordo è frutto di una richiesta degli Stati Uniti, fondata sull’Aviation and Transportation Act, una legge americana approvata in seguito agli attentati dell’11 settembre.
Questa legge prevede delle sanzioni, oltre alla possibilità di sospendere il diritto di atterraggio sul suolo americano, per tutte quelle compagnie aeree che rifiutino di trasmettere i dati relativi ai propri clienti.
L’accordo contestato non crea preoccupazione solo alle associazioni di difesa delle libertà civili. Anche il Parlamento europeo, il 13 marzo scorso, ha votato a larga maggioranza una risoluzione che respinge l’accordo concluso dalla Commissione.
La risoluzione, però, per il momento non ha avuto alcun effetto concreto.