Il governo britannico, da un lato fa di tutta un’erba un fascio in tema di terrorismo inserendo anche i pirati informatici, dall’altro spinge perché Internet diventi strumento a portata di tutti.
In questa ottica va inserita la nascita del nuovo sito governativo, con lo scopo di convertire il sistema politico e amministrativo locale in e-gouvernement.
Non è proprio una novità, poiché un primo lancio era stato fatto già nel mese di dicembre ma, di fronte alle lamentele dei cittadini scontenti, l’e-gouvernement marca Blair ha dovuto rifarsi il look.
Ed effettivamente, sembra un tentativo riuscito, visto che si tratta veramente di uno spazio interattivo, semplice da utilizzare e che pare poter rispondere a tutte le domande di fronte alle quali si potrebbe trovare un cittadino normale.
Eppure, non mancano le critiche, anche autorevoli.
Secondo Forrester, infatti, il sito inglese è un insuccesso. Per gli specialisti americani è inconcepibile che l’amministrazione inglese, burocratizzata come tutte le amministrazioni degne di nome, sia in grado di mettere online sistemi innovatori nella gestione di accesso all’informazione.
Una domanda sorge spontanea. Cosa penseranno mai gli americani degli sforzi della Pubblica amministrazione italiana?
Navigando sul sito, però, viene in mente un’altra considerazione.
Realizzare un sito come questo è un’attività più semplice nei paesi anglosassoni, per varie ragioni.
La prima è che il sistema legislativo inglese è molto più snello (meno leggi e più chiare) e che su alcuni temi lo stato inglese è certamente più “laico”.
Immaginate un sito pubblico italiano dove si parla del diritto delle minorenni ad abortire e si spiega come fare e dove trovare appoggio.
Gran parte delle difficoltà che incontra Internet come strumento di informazione nelle pubbliche amministrazioni è dovuto al “freno” che gran parte della dirigenza pubblica attua nel rendere più trasparente le azioni dei vari enti di governo amministrativo.
Su pochi siti, in effetti, ho trovato i nomi e i telefoni dei dirigenti responsabili di progetti o di servizi ai quali può e deve rivolgersi il cittadino per avere spiegazioni.
L’interattività è ancora molto bassa e spesso ci troviamo di fronte a “vetrine” dove l’informazione è confusa e lasciata alla libera intraprendenza di ammirevoli impiegati.
Con buona pace dei premi che, in questo campo, si sprecano. E pensare che Internet è uno strumento che consente di “visitare” siti e portali in tutto il mondo. Ma, molti, non sanno neanche copiare…