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L’Agenzia delle entrate ha il database facile

11 Luglio 2014

L’Agenzia delle entrate ha il database facile

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È positivo l'uso di dati con licenza open da parte della Pubblica amministrazione. Che se poi lo riconoscesse…

La notizia ha già fatto il giro della rete, dal momento che vede protagonista un ente come l’Agenzia delle entrate; e riguarda una non sottovalutabile violazione di copyright di cui l’Agenzia si è macchiata nei giorni scorsi.

Anzi, per la precisione ad essere stato violato è il cosiddetto diritto sui generis che tutela le banche dati e il soggetto che ha subito la violazione è il progetto OpenStreetMap (OSM).

OSM è un lungimirante progetto di raccolta e rielaborazione di dati geografici mirato a realizzare la più grande e completa mappa georeferenziata del pianeta: una sorta di Google Maps realizzato sotto Open Database License grazie al lavoro certosino di migliaia di volontari che dal 2004 caricano dati e li riorganizzano per ottenere diverse possibilità di fruizione e riutilizzo.

Rilasciare un contenuto o un database con licenza open non significa donarlo al pubblico dominio, ma più che altro consentirne il riuso ad alcune condizioni. Tuttavia questo semplice concetto dev’essere sfuggito a chi ha realizzato per Agenzia dell’entrate il sito dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI).

Nei giorni scorsi infatti, Simone Cortesi, membro storico della community italiana di OSM nonché vicepresidente di Wikimedia Italia, ha notato che quelle mappe erano in buona parte basate sui dati estratti dal database di OpenStreetMap. Pare che la violazione sussistesse dal maggio 2012; due anni non sono pochi ed effettivamente è strano che nessuno li abbia notati prima. Ma d’altronde si tratta di dati, non di contenuti; non basta una ricerca su Google per farli emergere, dato che sono miscelati e sovrapposti con altri livelli di dati provenienti da altri database.

Ho intercettato Cortesi per capire meglio la questione e in realtà l’ho sentito più soddisfatto che amareggiato:

Voglio vedere il lato positivo di questa faccenda (comunque incresciosa): se un ente delle dimensioni dell’Agenzia delle entrate, che può disporre delle cartografie ufficiali della pubblica amministrazione italiana (basti pensare al catasto), preferisce affidarsi ai dati di OpenStreetMap, significa che il lavoro fatto in questi dieci anni dalla community è davvero prezioso. Per noi quindi è un riconoscimento morale non da poco.

Il clamore generato in rete dalla notizia ha portato nel giro di 36 ore alla rettifica della nota sul copyright del sito e ad un comunicato stampa con scuse ufficiali da parte di Sogei, società pubblica che gestisce il servizio per conto di Agenzia delle entrate. Comunicato in verità un po’ criptico, che scaltramente non fa chiari riferimenti all’accaduto e si dilunga impropriamente nel sottolineare che il servizio basato sui dati di OSM era comunque fornito a titolo gratuito. Come se il problema fosse la gratuità e non il rispetto della corretta attribuzione; quasi a voler ripulire un po’ l’immagine degli autori di questa violazione.

Simone (che non è il solo a parlare di bicchiere mezzo pieno) mi fa capire anche che, in ottica prospettica, la speranza è addirittura quella che tale riconoscimento sia lo spunto per una collaborazione tra la community OSM e Agenzia delle entrate, che porti ad una maggiore condivisione degli sforzi e quindi al reciproco arricchimento dei due database in questione. Magari questa volta alla luce del sole.

Il testo di questo articolo è sotto licenza Creative Commons Attribution – Share Alike 4.0.

L'autore

  • Simone Aliprandi
    Simone Aliprandi è un avvocato che si occupa di consulenza, ricerca e formazione nel campo del diritto d’autore e più in generale del diritto dell’ICT. Responsabile del progetto copyleft-italia.it, è membro del network Array e collabora come docente con alcuni istituti universitari. Ha pubblicato articoli e libri sul mondo delle tecnologie open e della cultura libera, rilasciando tutte le sue opere con licenze di tipo copyleft.

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