La libera circolazione delle idee e la libertà della cultura sono fondamenti della concenzione moderna della democrazia, minati da un’estensione sempre più spinta degli istituti del brevetto e del copyright. Si possono conciliare proprietà intellettuale e libertà della cultura? Modelli di sviluppo nati sul terreno dell’informatica, come quelli dell'”open source” e del “free software”, presupponendo e incoraggiando la libera circolazione e l’impegno collaborativo, rappresentano una sfida creativa che chiama in causa questioni di etica e di diritto, così come concezioni generali dell’organizzazione della ricerca e del ruolo della cultura nell’attività politica e nel mondo sociale.
Per questo, superando i confini delle loro tradizionali discipline, filosofi, giuristi, informatici, teorici della comunicazione si incontrano a Milano il 19 febbraio presso l’Aula Crociera di Giurisprudenza dell’Università Statale per discutere del rapporto fra il futuro della cultura umanistica e il software libero.
Introduzione di Igino Domanin. Intervengono:
- Stefano Gulmanelli (esperto di comunicazione)
- Alberto Mari (apogeonline)
- Massimo Parodi (docente di filosofia medievale)
- Stefano Porro (giornalista)
- Giovanni Ziccardi (docente di informatica giuridica)
- Mauro Giudici (docente al Micsu master in informatica e scienze umanistiche della statale)
L’incontro è organizzato dal Lab_et (Laboratorio Elettronico e Telematico per la Cultura Umanistica), un’istituzione scientifica del dipartimento di Filosofia dell’Università Statale di Milano diretta da Paolo D’Alessandro e Igino Domanin. Si occupa di promuovere la ricerca sperimentale e teorica sui rapporti tra nuove tecnologie, evoluzione dei media e scienze umanistiche, e ha in corso una collaborazione editoriale con Apogeo.