Si era scritto a ottobre di tecnologie e nuove modalità di azione che si affermano trovando resistenze nel mondo fisico e nelle strutture organizzate tradizionali, con l’esempio del servizio taxi su richiesta online Uber.
La situazione sembrava destinata a risolversi per questo febbraio; invece si è sbloccata a dicembre, quando la municipalità di New York ha autorizzato un programma pilota di un anno. Prossimo test, Milano:
Nelle prossime settimane effettueremo esperimenti sui prezzi, sul posizionamento e sul livello del nostro servizio. Per il momento saremo in modalità TEST.
Altra istanza classica delle tecnologie che avanzano con due passi avanti e uno indietro è il Wi-Fi pubblico in Italia, con la Federazione italiana pubblici esercizi che ottiene una sostanziale liberatoria dal Garante per la privacy mentre qui l’avvocato, là l’esperto di telecomunicazioni spiegano come la situazione sia tutt’altro che risolta.
La marcia, lenta e zoppicante quanto si vuole, procede comunque in una direzione complessivamente positiva. The Web Standards Project ha pubblicato un articolo dal titolo Il nostro lavoro qui è finito. L’iniziativa era nata nel 1998:
Il web era il campo di battaglia tra due produttori di browser – Netscape e Microsoft – che a turno facevano “progredire” HTML verso il collasso.
L’obiettivo primario del gruppo era arrivare al supporto degli standard del World Wide Web Consortium (W3C) da parte dei produttori di browser.
Jeffrey Zeldman e compagni lo hanno raggiunto. Tempo di guardare oltre.