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La torta come non si deve

05 Aprile 2017

La torta come non si deve

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Uno dei formati grafici più usato e anche più abusato. Ecco i consigli per creare torte meno indigeste a chi deve capirle.

Riproduciamo un articolo di Cole Nussbaumer Knaflic, di cui Apogeo ha pubblicato Data Storytelling, libro con tentativi di imitazione. Il post è tratto dal blog storytelling with data e in originale titola an updated post on pies.

Il post di oggi riguarda il mio dessert informativo meno preferito: il grafico a torta. Chi mi segue sa che non lo amo. Ho scritto post con titoli quali I grafici a torta fanno male e tenuto presentazioni intitolate morte ai grafici a torta. A volte un pizzico di provocazione può essere divertente. Anche se a qualcuno può sembrare esagerato.

Una persona saggia mi disse una volta invece di metterli al bando, insegna alle persone come usarli bene. Il punto è che per me i casi appropriati sono pochi e personalmente, circa in ognuno di essi, opterei per un approccio differente.

Non voglio peraltro passare cattiva informazione. I grafici a torta non solo un male in quanto tali. Come ogni strumento, possono essere usati bene e non tanto bene. Dopo i miei post e le mie presentazioni anti-torta, nuove ricerche condotte da Robert Kosara e Drew Skau hanno gettato nuova luce sull’argomento e così ho pensato fosse bene aggiornare la mia posizione. Che, seppure non esattamente entusiasta, sarà un poco più equilibrata rispetto a quanto ho scritto nel passato.

Uso appropriato

Le torte esprimono probabilmente meglio di qualunque altra visualizzazione il rapporto tra la parte e l’intero. Una torta mostra immediatamente la presenza di un intero, sezionato in più parti. È anche molto facile individuare una fetta, per quanto grande o piccola.

Il loro limite è la difficoltà di comunicare qualcosa di più specifico. Quando le sezioni sono di dimensione equivalente, può essere difficile capire quale sia la più grande, o quanto lo sia. OK, è bastato poco e sto già scrivendo che cosa NON fare con un grafico a torta.

Torte sbagliate

Le torte sembrano prone più di ogni altro tipo di diagramma all’abbellimento inutile e spesso subito dannoso. Nessun altro grafico viene esploso o disegnato in 3D frequentemente quanto la torta.

Se si può sbagliare nel creare un grafico a torta, certamente qualcuno lo farà.

 

Peraltro, non è corretto bandire l’uso delle torte in base a cattivi esempi di utilizzo. Nello spirito di spiegare come disegnarle correttamente, ecco alcuni errori comuni da evitare:

  • Non usare 3D e grafica esplosa. Come minimo si aggiunge dettaglio visivo inutile; peggio, si può compromettere la leggibilità o la comprensione dei valori relativi delle sezioni, come in questo esempio.
  • Le percentuali delle sezioni devono dare il totale 100. Se la somma è diversa, qualcosa non va.
  • Affettare con moderazione. Non c’è una regola precisa, ma bisogna essere ragionevoli. Un gran numero di categorie microscopiche può essere illeggibile o, se leggibile, dire molto poco. Pensate alla possibilità di usare una categoria Altro.
  • Non usate torte se lo scopo primario è confrontare la dimensione delle sezioni. La mancanza di allineamento delle sezioni a una base comune e la forma delle sezioni rendono il compito difficile. In questi casi è meglio usare un diagramma a barre.
  • Non chiedete al pubblico di fare confronti tra torte diverse. Qualcuno troverà questo consiglio discutibile. Ma se torte contengono sezioni differenti (cosa che accadrà se c’è qualcosa di interessante da dire), la diversa collocazione nello spazio delle sezioni, e la difficoltà di allinearle mentalmente renderà il confronto frustrante. Diverso è l’intento di enfatizzare una singola sezione di una singola torta. Oltre questo, tuttavia, le torte non sono l’approccio migliore.
A guarnizione

Continuerò a non usare torte. Non necessariamente siete tenuti a fare come me. Nei miei workshop invito, quando si pensa a realizzare un grafico a torta, a chiedersi perché. Se c’è una risposta valida, probabilmente fate bene a usare una torta. Del resto è un consiglio che andrebbe dato prima di usare qualunque tipo di visualizzazione dei dati. Pensate a che cosa volete consentire al pubblico di scoprire con i dati che state rappresentando e se la forma che adottate glielo consente nel modo migliore. Se è così, avete ottime probabilità di riuscire a trasmettere il vostro pensiero. E questo era lo scopo dell’esercizio, giusto?

Per approfondimenti (e altre prospettive sui grafici a torta) invito a leggere questi articoli:

L’elenco non è esaustivo e vi invito a segnalarmi altri articoli interessanti in argomento.

Inoltre voglio sottolineare che lo studio sui grafici a torta contempla solo torte con due sezioni. Spero di vedere ulteriori ricerche che possano approfondire l’effettivo valore comunicativo dei grafici a torta, anche con più di due sezioni.

Data storytelling

Il punto di riferimento per le narrazioni grafiche di dati.

L'autore

  • Cole Nussbaumer Knaflic
    Cole Nussbaumer Knaflic ha un'esperienza più che decennale nell'analisi e nella presentazione di dati e informazioni. Ha lavorato per istituti finanziari, aziende, enti no-profit e Google prima di fondare la sua società di consulenza Storytelling With Data. Tiene seminari e workshop per insegnare come presentare e raccontare informazioni in maniera chiara e coinvolgente.

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