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La strategia contro il P2P illegale non è efficace

04 Ottobre 2007

La strategia contro il P2P illegale non è efficace

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L'ultima indagine britannica sul P2P conferma che le battaglie legali non portano risultati

La 4° Digital Music Survey realizzata da Entertainment Media Research e Guardian ha confermato che la maggior parte degli inglesi continuano a scaricare musica illegalmente. In base ai dati raccolti su un campione di 1700 utenti, il 43% avrebbe ammesso di scaricare illegalmente tracce audio dal web. Insomma, il fenomeno del P2P illegale sarebbe in netta crescita, e in alcun modo scalfito dalle rinnovate campagne legali attuate dalle major.

La questione di fondo, secondo il report britannico, è che il numero di sharer illegali è in continuo aumento: nel 2005 erano il 40%, nel 2006 solo il 36%. Insomma, l’anno scorso era stata rilevata una leggera flessione, secondo molti giustificata dal rischio di denuncia. Passato l’uragano mediatico, però, quel 42% che si era dichiarato intimorito dall’eventuale persecuzione giudiziaria, adesso è sceso al 33%.

Motore di questa impennata di illegalità sarebbe la politica commerciale delle case discografiche. L’84% dei consumatori, infatti, è dell’idea che i titoli di archivio dovrebbero costare meno; contemporaneamente, il 48% è convinto che le ultime novità potrebbero costare anche qualcosa di più.

«Dato che il downloading illegale cresce e il timore delle cause perde di incisività, l’industria musicale dovrebbe cercare nuovi modi per incoraggiare il pubblico a scaricare la musica legalmente», ha sottolineato John Enser, capo del settore musicale per lo studio legale Olswang.

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